ROMA – Per la Ferrari sono diventate motivo di imbarazzo le dichiarazioni di Lapo Elkann, elogi sull’azienda e suoi manager vecchi e nuovi: la Rossa è nella delicata fase di offerta pubblica iniziale (Ipo), da mercoledì il titolo inizierà ad essere scambiato a Wall Street, al momento è sotto il faro della Sec, l’omologo americano della Consob. Proprio la Sec ha censurato le parole di Elkann e messo sotto indagine la Ferrari cui ha chiesto conto per le dichiarazioni.
Ferrari ha risposto con un documento che non ha convinto fino in fondo la Sec: “Lapo Elkann non è dirigente né dipendente della società né di Fca e non è autorizzato a fare affermazioni in nome loro”. La risposta dei controllori della borsa americana non si è fatta attendere: “Lapo Elkann è fratello del presidente di Fca, John Elkann, e che ha un interesse di partecipazione indiretta, insieme ad altri membri della famiglia allargata, nella Giovanni Agnelli Sapaz, che detiene la maggioranza di Exor, il più grande azionista di Fca“.
Ma cosa aveva detto a Bloomberg Lapo all’inaugurazione della sua nuova impresa commerciale, il Garage Italia Customs, nell’ex distributore Agip di piazza Cordusio a Milano? In effetti non si ravvisano argomenti e informazioni “price-sensitive”, come si dice, cioè suscettibili di influenzare la regolare formazione del prezzo delle azioni,.
Elkann aveva definito Ferrari “una leggenda che ha avuto la capacità di proteggere il suo brand. Una fonte di ispirazione per me e, credo, per molti italiani e molte persone in giro per il mondo. Non si vendono auto, si vendono sogni”. Quindi gli elogi per “le grandi persone che ha avuto, come Enzo Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo e Sergio Marchionne oggi”.