Grecia. Domani sciopero generale contro il piano di austerità, paese paralizzato

Pubblicato il 23 Febbraio 2010 - 19:54 OLTRE 6 MESI FA

George Papandreou

La Grecia sarà domani, 24 febbraio, paralizzata da uno sciopero generale contro il piano di austerità, mentre ad Atene una task force congiunta dell’Ue e del Fmi ha cominciato a verificare se non siano necessarie altre misure che potrebbero innescare nuove proteste.

Lo sciopero fermerà aerei, treni, scuole, uffici, supermarket, banche, ospedali, tribunali e determinerà un black out informativo in virtù dell’adesione dei giornalisti. Gli autobus urbani saranno solo parzialmente colpiti dalla protesta ma le manifestazioni previste nel centro di Atene e delle altre principali città si occuperà di paralizzare il resto dei trasporti.

Lo sciopero, convocato dal sindacato del settore privato, Gsee, ha trovato l’adesione anche della confederazione dei dipendenti pubblici, Adedy, e del sindacato comunista Pame, che avevano già incrociato le braccia lo scorso 10 febbraio. Lo sciopero si svolge malgrado gli appelli del premier, Giorgio Papandreou, a tener conto della grave situazione in cui versa il paese e della necessità di fare tutti dei sacrifici per sostenere il piano di risanamento.

E la posizione del premier, che continua a godere del favore popolare, è sostenuta, secondo i sondaggi, dalla stragrande maggioranza dei cittadini contrari a proteste di massa nel pieno della crisi. E il sostegno dei greci sembra destinato a crescere dopo che il premier ha annunciato dure misure contro la corruzione e l’evasione fiscale e la costituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta per accertare le responsabilità politiche della crisi.

Lo sciopero generale di domani è sostenuto dall’opposizione di estrema sinistra, con il Partito comunista (Kke) che ha chiamato a «una grande rivolta contro le barbare misure» che il governo ha preso e potrebbe prendere. E proprio dall’Europa e da Washington sono giunti ieri gli esperti della Commissione, della Banca centrale europea (Bce) e del Fondo monetario itnernazionale (Fmi) per vedere se le misure adottate dal governo, e che sono alla base dello sciopero di domani, siano state poste in marcia e siano sufficienti.

Si tratta di una missione tecnica, ma il suo esame sarà fondamentale per definire la posizione di Bruxelles al momento di valutare a metà marzo l’attuazione del piano. E dopo tale verifica Atene non ha escluso nuove misure per ridurre la spesa. In mezzo all’incertezza sulle nuove possibili misure economiche, e all’inquietudine sociale, che hanno di nuovo pesato oggi sulla Borsa, cresce l’irritazione contro Bruxelles, accusata di mancanza di leadership, e la rabbia contro la Germania, vista da politici e media come il principale ostacolo ad un atteggiamento europeo più positivo verso la Grecia. Così sia la sinistra che la destra hanno chiesto a Papandreou di esigere da Berlino le decine di miliardi mai pagati delle «riparazioni di guerra». E presidente del parlamento e sindaco di Atene hanno denunciato la copertura  «offensiva» della stampa tedesca sulla crisi.