Crisi Usa, Greenspan difende la Fed e avverte: “Occhio alle banche, i pericoli verranno tutti da lì”

Pubblicato il 7 Aprile 2010 - 22:00 OLTRE 6 MESI FA

Alan Greenspan

L’ex presidente della Federal Reserve, Alan Greenspan, non ci sta a finire sul banco dei responsabili della crisi finanziaria. Ha difeso la sua reputazione, oggi profondamente incrinata, davanti alla commissione d’inchiesta governativa incaricata dal presidente Barack Obama di esaminare le cause del crack iniziato nel 2008. E ha invitato la politica a tenere d’occhio le banche, perché da lì – secondo Greenspan – vengono i rischi di un nuovo default mondiale. Da prodotti finanziari che ancora non si conoscono, mentre si sta legiferando contro quelli già noti che hanno causato le “bolle” degli anni passati.

Greenspan, 84 anni, a capo della banca centrale americana per quasi due decenni, ha riconosciuto di aver compiuto degli errori ma ha difeso fermamente il suo ruolo e le sue politiche rispondendo in modo attento e accurato alla raffica di domande che gli venivano poste dalla commissione composta da dieci membri e che fino a venerdì chiamerà a testimoniare anche l’ex dirigenza dei gruppi bancari più colpiti dalla crisi come Citigroup CN.N e Fannie Mae.

«I manager delle istituzioni finanziarie, insieme con i regolatori, includendo ma senza limitarsi alla Federal Reserve, non sono riusciti a comprendere la dimensione di fondo, la lunghezza e il potenziale impatto dei rischi di mercato che hanno contribuito alla crisi», ha spiegato.

A puntare pesantemente il dito contro Greenspan è stato il presidente della commissione, Phil Angelides, ex tesoriere democratico della California, il quale ha accusato l’ex numero uno della Fed di non essere riuscito a prevenire un massiccio ed ingannevole afflusso di prestiti nel settore dei mutui subprime dal causare il collasso del settore immobiliare. Ed è su questo punto che Greenspan ha replicato duramente affermando che è stato il Congresso americano a fare pressioni sulla banca centrale per assicurare un flusso di fondi continuo sul mercato immobiliare.

«Se la Fed, in quanto regolatore, avesse tentato di contrastare quello che tutti pensavano fosse, con un consenso abbastanza ampio, la giusta direzione verso cui andare, che la proprietà immobiliare stava crescendo e che questo era un bene assoluto, il Congresso ci avrebbe fermato», ha detto. «C’è una presunzione che la Federal Reserve sia un organismo indipendente, e lo è fino a un certo punto, ma siamo una creatura del Congresso e se […] avessimo detto che stavamo andando verso una bolla e che avevano bisogni di prendere misure, il Congresso avrebbe risposto “non abbiamo idea di cosa stai parlando”. Poi la stoccata: «Vedo un Congresso dove emergono un mucchio di amnesie».

L’enorme quantità di mutui acquistati da Fannie Mae e Freddie Mac non è stata resa pubblica fino al 2009 «nonostante nel 2004 avessi avvertito il Congresso sui pericoli di questa continua espansione», ha proseguito l’ex presidente della Fed. Greenspan ha anche parlato del ruolo delle agenzie di rating che, continuando a dare alte valutazioni sui crediti strutturati garantiti dai mutui subprime, hanno contribuito a fomentare la crisi. «I giudizi sviluppati dalle agenzie di rating sono stati un fattore importante a causare i problemi» ha detto.

Durante l’audizione, l’ex numero uno della Federal Reserve va incontro all’impegno dell’amministrazione Obama nel braccio di ferro con le banche e i colossi finanziari americani. «È necessario creare nuovi standard per rendere il sistema finanziario più elastico e con capacità di ripresa  – ha aggiunto – perchè le future crisi sono probabili e riguarderanno prodotti finanziari di cui non abbiamo mai sentito parlare prima, e che nessuno è in grado di prevedere».