Habemus manovra 2026, è legge. Vale 22 miliardi, perplessità su crescita e coperture (foto Ansa-Blitzquotidiano)
La Manovra 2026, che vale 22 miliardi di euro, dopo i previsti passaggi prima e dopo Natale non senza malumori, entro il 31 dicembre deve essere approvata. Dopo il voto in Commissione è praticamente legge. Ma che Manovra è?
Buona per la maggioranza, sbagliata per le opposizioni. E fin qui tutto secondo copione. In sintesi si può dire: è una Finanziaria che tiene i conti in ordine, rispettando le regole europee; ne sono convinte anche le agenzie di rating.
Però non è chiara la visione che il governo Meloni ha del Paese, non si è capito bene. Di qui le liti e i ritocchi di Mattarella sui salari e Authority. L’ultimo balletto di misure ha creato un polverone.

D’accordo, è fondamentale la stabilità della finanza pubblica, ci mancherebbe. Ma è il versante della crescita che suscita perplessità. Perché, come dicono gli economisti, una crescita (prospettata) dello 0,4-0,5 del Pil significa che siamo fermi.
Addio risorse del PNNR
Oltretutto l’anno prossimo ci mancheranno le risorse del PNNR, il pacchetto di soldi europei dati all’Italia per modernizzare ii Belpaese, creare lavoro, migliorare i servizi. Un piano di sei anni (2021-2026) giunto ormai al termine.
Le opere già realizzate in ogni caso avranno bisogno di ulteriori risorse per essere gestite, conservate. Cioè sono necessari soldi nazionali, non più europei. Di più: l’Italia deve anche trovare i soldi per la difesa europea, tema inevitabile sostenuto dal presidente Mattarella.
Dire la verità ai cittadini
Occorre raccontare le cose come stanno. O, come dice l’economista Veronica De Romanis, docente di politica economica alla “Stanford University” (California) e alla Luiss Firenze, “bisogna spiegare la realtà per quella che è”.
E aggiunge:”Bisogna smetterla con i grandi inganni, come quello delle pensioni”. Calma. E’ vero anche che i tecnici al momento della stesura della misura relativa alle pensioni hanno pasticciato un po’ favorendo il dispetto dei gufi; ma è altrettanto vero, come ha detto il sottosegretario Claudio Durigon (già nei governi Conte e Draghi) che “nessuno ha mai pensato di alzare l’età pensionabile”.
La Manovra 2026 ha stabilito l’aumento di un mese dei requisiti per andare in pensione nel 2027 e di altri due nel 2028 (esclusi i lavoratori impiegati in attività gravose o usuranti).
Confermato l’Ape Sociale (Anticipo pensionistico sociale), cioè il sostegno economico temporaneo erogato dall’Inps a determinate categorie di lavoratori come i disoccupati, caregiver, invalidi. Ma la Manovra si occupa anche di famiglie, Sanità (potenziato il fondo), imprese (investimenti da 3,5 miliardi). Glissa però sulla Opzione donna (cancellata).
Non del tutto chiaro poi le cosiddette “coperture”: insomma dove si troveranno i soldi? Basteranno i promessi finanziamenti che dovrebbero arrivare dai risparmi di spesa dei Ministeri?
Siamo poi sicuri che banche e assicurazioni daranno il concordato contributo di 12 miliardi in tre anni? Restiamo comunque ottimisti. Perché in ogni caso è meglio essere ottimisti ed avere torto, piuttosto che pessimisti ed avere ragione.
