Imu. Abolizione, franchigia Isee, tassa Ics: tre ipotesi per rinvio a dicembre

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Luglio 2013 - 08:44 OLTRE 6 MESI FA
Imu. Abolizione, franchigia Isee, tassa Ics: tre ipotesi per rinvio a dicembre

Imu. Abolizione, franchigia Isee, tassa Ics: tre ipotesi per rinvio a dicembre

ROMA – C’è chi vorrebbe abolire il pagamento dell’Imu sulla prima casa e chi invece inserire un franchigia Isee e rimodularne il costo. C’è infine chi pensa che sia meglio introdurre una tassa dei servizi, la tassa Ics, che assorbirebbe Imu e Tares insieme. Se sul da farsi il governo guidato da Enrico Letta non trova l’accordo, e nemmeno la copertura finanziaria, intanto il rinvio dell’acconto Imu previsto per settembre al mese di dicembre sembra sempre più certo.

Paolo Russo su La Stampa elenca le tre ipotesi al vaglio del governo. La prima è la “opzione di azzeramento”:

“Compresa quella di eliminare del tutto la tassa sulla prima abitazione, coprendo il buco di 4 miliardi con aliquote progressivamente più alte su seconde, terze e quarte case. Una vera patrimoniale che sembra però inapplicabile perché stangherebbe chi fa del mattone una fonte primaria di investimento”.

Se l’abolizione non sembra possibile, rimane sempre l’innalzamento della franchigia a 600 euro e la rimodulazione della tassa in funzione dell’Isee:

“Ecco allora spuntare un piano B, che prevede di innalzare la franchigia, ossia la soglia sotto la quale non si paga, progressivamente al reddito Isee suddiviso in quattro fasce, di 5 mila, 7.500, 15 mila euro e sopra 15 mila. Più è basso il reddito indicato dal riccometro e meno imposta si pagherebbe. Fino alla totale esenzione sotto i 5 mila euro. Una soluzione meno onerosa, che limiterebbe a 2 miliardi l’ammanco”.

La terza ipotesi è la tassa Ics, una tassa su casa e servizi che riunisce Imu e Tares:

“A pagare quella che qualcuno ha ribattezzato «service tax» sarebbero al 40% i proprietari dell’immobile, su una base imponibile data dalla rendita catastale. Rivista secondo valori più vicini a quelli di mercato se il Parlamento riuscirà a ingranare la quinta sulla delega fiscale che contiene la sospirata riforma del catasto. Sulla quota «immobiliare» della tassa si applicherebbero degli sconti tanto più alti quanto più largo è il nucleo familiare. Un altro 40% dell’imposta sarebbe composto dalla quota «smaltimento rifiuti» e un 20% da quella per i «servizi indivisibili», come l’illuminazione e la manutenzione stradale. Entrambe queste due quote sarebbero dovute da chi abita l’immobile, quindi se del caso dagli affittuari. Solo che per questo 60% della tassa Ics, pagherebbero maggiormente le famiglie numerose, all’insegna del principio «più consumi, più paghi», sancito anche da una direttiva europea”.

Quel che è certo è che la scadenza per l’acconto Imu di settembre salterà in attesa delle decisioni del governo con molta probabilità di almeno un mese, per ripresentarsi al 16 ottobre. Ma l’acconto Imu potrebbe addirittura essere cancellato e nel dicembre 2013 i contribuenti si troveranno direttamente a saldare la tassa, qualunque forma essa assuma.