La Cina contro Washington: “Svalutare il dollaro porterà a una nuova crisi globale”

Pubblicato il 15 Novembre 2009 - 17:52 OLTRE 6 MESI FA

Il presidente cinese Jintao

La politica monetaria della Federal Reserve svaluta il dollaro e rischia di provocare una nuova bolla finanziaria. La critica è di Liu Mingkang, capo dell’organismo di controllo delle banche cinesi. La banca centrale americana, afferma Liu, segue una politica di tassi d’ interesse eccessivamente bassi. Ciò provoca un indebolimento del dollaro che è in contrasto con gli sforzi per superare la crisi finanziaria.

La debolezza del dollaro, ha detto Liu parlando in un convegno a Pechino, «sta spingendo gli investimenti speculativi nelle Borse e nei mercati immobiliari ponendo nuovi, gravi rischi alla ripresa globale e in particolare alla ripresa dei mercati emergenti». Sono due le ragioni per cui l’indebolimento del biglietto verde è malvisto dalla Cina. In primo luogo perché il tasso di cambio sfavorevole danneggia le esportazioni.

Poi perché Pechino è il primo creditore degli Stati Uniti, avendo acquistato nel corso degli anni enormi quantità di titoli di Stato americani, che hanno subito una pesante svalutazione. A Singapore, dove si è svolto ieri e oggi il vertice dei Paesi dell’ Asia/Pacifico (Apec), Cina e Usa si sono scontrati sui temi del cambio dello yuan e del protezionismo.

Nei suoi due discorsi al vertice, il presidente cinese Hu Jintao ha criticato severamente il protezionismo dei paesi sviluppati ma non ha fatto cenno alla rivalutazione dello yuan, insistentemente chiesta dagli Usa per contenere le importazioni dalla Cina. Altro tema caldo è quello del clima. Su questo fronte si registra il fallimento dell’intesa tra i leader dell’area Asia-Pacifico riuniti a Singapore per il vertice Apec. È infatti stata raggiunta solo un’intesa «politica» in vista del vertice che si aprirà tra 22 giorni a Copenaghen. Di fatto non c’è stato alcun accordo sui numeri.

Nessuna traccia del dimezzamento delle emissioni di gas serra entro il 2050 previsto (forse ottimisticamente) alla vigilia.