Manovra Renzi: Ape volontaria? Solo a chi ha pensione netta di almeno 700 euro

Il presidente del consiglio Matteo Renzi  ANSA/ANGELO CARCONI
Il presidente del consiglio Matteo Renzi
ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA – Ape volontaria? Serve una pensione di almeno 700 euro al netto della rata di prestito da restituire allo Stato: è una delle ultime novità nella bozza di Legge di Stabilità 2016 fatta circolare da Governo Renzi.

I lavoratori che vorranno accedere all’Ape volontaria dovranno avere un minimo di 63 anni di età e almeno 20 anni di contributi versati una pensione calcolata dall’Inps di almeno 700 euro, ovvero 1,4 volte l’assegno minimo, “al netto della rata di ammortamento” che dovranno pagare per vent’anni per restituire il prestito pensionistico. Lo si legge nell’ultima bozza di manovra economica che il governo Renzi sta facendo circolare. La domanda minima per l’Ape volontaria è per sei mesi mentre il prestito può durate al massimo fino a tre anni e sette mesi.

“Potranno accedere all’Ape volontaria i lavoratori che avranno 20 anni di contributi versati, in questo caso la rata di restituzione del prestito andrà di media dal 4,6% al 4,7%“: è quanto aveva comunicato il governo Renzi dopo l’approvazione della manovra in consiglio dei Ministri. Nel comunicato il governo aveva ricordato che l’Anticipo pensionistico (Ape) spetta ai lavoratori che abbiano almeno 63 anni e sono a 3 anni e 7 mesi dalla pensione di vecchiaia. L’Ape aziendale, spiega il governo, “ha gli stessi meccanismi di funzionamento di quella volontaria, ma le rate di restituzione del prestito saranno a carico dell’azienda”.

La cosiddetta Ape “social”, rivolta a “lavoratori che abbiano almeno 30 anni di contributi se disoccupati, invalidi o con di parenti 1° grado con disabilità grave oppure per chi avrà raggiunto i 36 anni di contributi facendo dei lavori cosiddetti ‘pesanti’ “, consentirà di “andare in pensione fino a tre anni prima senza nessun onere fino a 1.500 euro lordi di pensione“. Confermati l’aumento della no tax area e il cumulo gratuito di più forme di contribuzione.

Il cittadino andrà all’Inps e poi avrà il modo di avere dalla banca questo anticipo, questo prestito”, aveva spiegato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, rispondendo alle domande di Giovanni Floris a “diMartedì”. Ma sarà l’Inps ad indicare la banca? “Questo replica Padoan – bisogna chiederlo a Tito Boeri: Inps ed Abi si sono messi d’accordo per le procedure”. Ma se uno ha una banca che lo odia? “Cambia banca”. In ogni caso secondo Padoan “saranno molti ad usufruirne (dell’anticipo pensionistico) anche se c’è un costo. È una questione di scelta come tutti i meccanismi. E per i lavori usuranti non c’è un costo aggiuntivo, se lo accolla lo Stato”.

Ma i cattivi pagatori avranno l’Ape lo stesso? “Ha a che fare con le condizioni normali per le quali si concede un credito. C’è comunque un’assicurazione (Padoan non specifica in capo a chi, ndr) che consente di accedere in modo più facile”. Infine sulla quattordicesima ai pensionati Padoan ricorda che: “per i redditi più bassi ci sarà un aumento del 30% e anche un aumento della platea di chi la riceve di 1 milione e 200 mila persone”.

“La pensione anticipata attraverso il prestito implica che il cittadino venga messo nelle condizioni di scommettere sulla propria morte: il derivato più tossico che sia mai stato inventato”. Così Beppe Grillo una settimana fa sul suo blog aveva attaccato la misura del governo Renzi sugli anticipi della pensione. “I pensionati saranno avanti con l’età e con pochi soldi in tasca ma non sono rincoglioniti: l’APE è una presa in giro e non risolve il problema di chi vuole riposarsi dopo una vita di lavoro e di contributi pagati. La prima cosa da fare è innalzare le pensioni minime e con il nostro Reddito di Cittadinanza la pensione minima sarà di 780 euro, la seconda cosa è abolire le pensioni d’oro. Restituiamo dignità ai cittadini e aboliamo i privilegi” aggiunge Grillo.

“La pensione anticipata attraverso il prestito implica che il cittadino venga messo nelle condizioni di scommettere sulla propria morte” sostiene Grillo alludendo allo strumento dei derivati.  L’anticipo pensionistico permette ai lavoratori ai quali mancano almeno 3 anni per raggiungere il requisito di vecchiaia, di andare in pensione in anticipo grazie a un prestito bancario da rimborsare in 20 anni: chi deciderà di andare in pensione con tre anni di anticipo rispetto all’età di vecchiaia potrebbe avere un taglio netto dell’assegno fino a circa il 20%” riporta Grillo citando i calcoli della Uil.

“Se hai una pensione di 1.000 euro dovrai pagare una rata di 199 euro al mese per 13 mensilità per 20 anni (il prestito sarebbe di 39.000 euro). Con una pensione di 2.500 euro netti la rata sarebbe di 499,10 euro al mese, in pratica il 20% dell’assegno originario (il prestito ammonterebbe a 97.500 euro) e metà della rata che pagherai andrà alle banche e alle assicurazioni. Quasi abbiamo paura a chiederci se il prestito è assicurato oppure no: nel primo caso si tratta di un’orgia assicurativa sostenuta con i soldi pubblici, nel secondo caso del fenomeno più divisivo dopo la legge sul divorzio degli anni 70! Anni in cui dividersi e dividere le cose non aveva lo stesso significato che ha oggi. Non a caso – conclude – il 71% degli italiani non si fida della misura del governo”.

Gestione cookie