Moto, minicar e bici elettriche: dalla Ue raffica di regole su sicurezza e ambiente

Pubblicato il 4 Novembre 2010 - 17:26 OLTRE 6 MESI FA

Rivoluzione in vista per le norme europee che regolano il settore dei motocicli e delle minicar. La Commissione Ue ha predisposto un provvedimento, ora all’esame del Parlamento di Strasburgo, che prevede per le moto, gli scooter, le biciclette elettriche, i quadricicli, le minicar e i quad, una serie di novità sul fronte della sicurezza e delle emissioni. Su quest’ultimo punto, l’obiettivo di Bruxelles è quello di arrivare anche per i motocicli all’Euro5 entro il 2020.

Il primo step sarà nel 2014 con il passaggio all’Euro3, mentre nel 2017 sarà la volta dei motori Euro4. Oltre all’introduzione di norme più severe sui livelli di emissioni per le nuove omologazioni, il documento della Commissione prevede il montaggio obbligatorio di impianti frenanti di tipo avanzato con Abs sulle moto di media e elevata potenza e di un sistema frenante combinato su quelle più  piccole, oltre all’adozione dell’accensione automatica dei fari.

In particolare, la proposta della Commissione, da lungo attesa, si riferisce a veicoli della categoria L – con cui si identificano non solo le moto, gli scooter e le biciclette elettriche, ma anche molte altre tipologie di veicoli, come i quadricicli, le minicar e i quad – di nuova omologazione.

I dettagli di questo importante provvedimento sono emersi in un convegno organizzato nell’ambito dell’Eicma da Acem (l’Associazione Europea dei Costruttori del settore) a cui ha partecipato oltre al presidente dell’Acem Stefan Pierer, CEO dell’austriaca KTM, anche Giacomo Mattinò, vicecapo unita’ Automotive della Commissione europea. ”Ci sono molte novità in questa proposta che – ha detto Mattino’ – muta radicalmente la normativa del settore, non solo per migliorare la sicurezza e il rispetto dell’ambiente, ma anche per tutelare il mercato da prodotti low cost che non hanno le caratteristiche richieste. In primo luogo l’abbandono del limite dei 74 kW per le moto utilizzato soprattutto dai francesi e che è stato deciso perché le nostre statistiche non hanno evidenziato un rapporto diretto tra potenza e numero di incidenti”.

Acem chiede comunque un’attenta revisione della proposta della Commissione, sia per evitare ”imprecisioni” tecniche (come l’obbligatorieta’ dell’Abs o della frenata combinata per le moto trial ed enduro, che richiedono il comando separato dei freni su ciascuna ruota), sia per limitare l’impegno economico da parte dei Costruttori in un momento di forte difficolta’ del mercato (-33% in Europa da fine 2008). ”Chiediamo ad esempio che le regole non si applichino per piccole serie di motoveicoli, sotto alle 200 unita’ – ha detto Stefan Pierer – o, ancora, che si accetti la frenata combinata, meno costosa rispetto all’Abs, sulle moto fino a 300 cc.”