Mps, Mansi: “Legame con Siena solo se resta la Fondazione”

di Domenico Mugnaini (Ansa)
Pubblicato il 12 Febbraio 2014 - 06:15 OLTRE 6 MESI FA
Antonella Mansi (foto LaPresse)

Antonella Mansi (foto LaPresse)

(ANSA) – FIRENZE – L’unico modo perché Banca Monte dei Paschi di Siena resti legata alla città dove nacque nel 1472 è che la Fondazione Mps mantenga “una partecipazione all’interno di BMps”.

Antonella Mansi, presidente dell’ente che controlla ancora il 33,4% dell’istituto di Rocca Salimbeni, è certamente impegnata a trovare un partner a cui cedere una larga fetta di quelle quote, ma sembra anche intenzionata a cercare di mantenere una partecipazione, anche piccola, che potrebbe rappresentare una specie di ‘assicurazione’ per la città del Palio: “questa è la mia massima ambizione in termini prospettici”.

Davanti alle telecamere dell’emittente fiorentina RTv38, Mansi risponde agli inviti ‘a far presto’, arrivati a più riprese da Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, che i tempi saranno “quelli che consentiranno di tutelare prima di tutto la Fondazione”, perché i ruoli di ciascuno vanno rispettati e ognuno deve fare “la sua parte”. E questo, sembra dire la presidente, vale anche per Profumo e Viola impegnati non solo nell’aumento di capitale da 3 miliardi ma anche nel piano industriale e in altre varie scadenze: “a breve”, dice la presidente, saranno chiamati a dare risultati “che essi stessi hanno determinato”. Eppure, assicura, con presidente e ad del Monte, “i rapporti sono sempre stati buoni”.

Garanzia dell’impegno della Fondazione, per rendere “più fluido anche per la Banca” l’aumento di capitale, è che questo va nell’interesse di Palazzo Sansedoni, anzi “per noi è vitale”. Nessun accenno alle trattative che, dalla settimana scorsa secondo quanto anticipato sabato dal Messaggero, sarebbero in corso con il fondo sovrano del Qatar, e sulle quali i mercati sembrano aver scommesso: il titolo anche oggi ha chiuso in positivo (+0,92%).

Per quanto la riguarda, dopo essersi sentita come in una “botte con i chiodi” al suo arrivo nel settembre scorso nella città che le ha dato i natali (“con la sensazione che a muoversi c’era da farsi molto male”), oggi Mansi si sente più tranquilla. Nonostante le condizioni generali sembra certa di riuscire a consegnare, alla scadenza del suo mandato a fine aprile, una Fondazione “migliore di quella che ho trovato”, più in salute, “questa è la mia responsabilità, il mio auspicio e il mio intendimento. Non è difficilissimo ma neppure facile, stante le condizioni di contesto”. Sul suo futuro alla guida dell’ente, dopo che avrà rimesso il mandato come previsto dallo Statuto, le valutazioni saranno fatte da altri: “è una valutazione politica che non spetta a me”.