Parmalat. Banca dovrà risarcire 87mila euro a obbligazionista

Pubblicato il 10 Febbraio 2010 - 20:31 OLTRE 6 MESI FA

Il giudice del tribunale di Ferrara, Anna Ghedini, ha condannato un istituto di credito a restituire a un associato di Confconsumatori gli 87.425,82 investiti, maggiorati dagli interessi, per un acquisto di obbligazioni Parmalat fatto l’1 ottobre 1998, quando quei titoli non erano ancora considerati pericolosi.

Il tribunale, spiega Confconsumatori, ha ritenuto nullo l’acquisto sia perché il contratto d’investimento era stato sottoscritto nel 1992, cioé prima dell’entrata in vigore del Tuf (Testo unico della finanza) e non era poi stato rinnovato, sia per il fatto che l’ordine era stato fatto per telefono, senza che tale possibilità fosse contemplata nel contratto. Ma soprattutto, spiega l’associazione, la vera novità è che la condanna è contenuta non in una sentenza ma in un’ordinanza ottenuta alla fine del nuovo procedimento sommario di cognizione, introdotto con la riforma del codice di procedura civile contenuta nella legge 18 giugno 2009 n.69.

«E’ un provvedimento importantissimo – ha spiegato l’avvacato

Giovanni Franchi che ha tutelato il ferrarese – perché è la prima volta che si ottiene un’ordinanza di condanna a distanza di pochi mesi dalla proposizione del ricorso (proposto a fine ottobre, ndr) e con un semplice accertamento incidentale della nullità dell’ordine per difetto di forma». Per il legale inoltre il provvedimento è importante anche perché, oltre ad uniformarsi all’orientamento giurisprudenziale secondo il quale i contratti d’investimento anteriori al Tuf ed al relativo regolamento Consob andavano rinnovati, ha chiarito che il requisito della forma scritta riguarda anche i singoli ordini d’acquisto.