ROMA – Tagli alle pensioni, salari minimi ridotti del 20%, sforbiciata alle spese farmaceutiche: queste le richieste di Ue, Bce e Fmi alla Grecia per sbloccare i fondi in favore del Paese ellenico. Ma la Grecia ha detto “no” sulle pensioni.
La Grecia deve cercare di contenere la spesa pubblica per ottenere nuovi soldi da parte dell’Europa. Le proposte europee erano state diffuse dall’agenzia Bloomberg, che aveva fatto trapelare indiscrezioni sulla bozza della troika (Unione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale) sul nuovo pacchetto di finanziamenti alla Grecia. Le indiscrezioni sono arrivate la sera dell’8 febbraio. Il 9 febbraio è stato convocato l’Eurogruppo per discutere del caso Grecia.
In una lettera di intenti indirizzata al numero uno del fondo monetario internazionale Christine Lagarde si legge che ”per recuperare competitivita’ e crescita, dobbiamo accelerare profonde riforme strutturali nel lavoro e nei settori prodotti e servizi”. La lettera e’ allegata alla bozza di accordo di 43 pagine che deve essere firmata dal premier Lucas Papademos, il ministro delle Finanze Evangelos Venizelos e il governatore della Banca di Grecia George Provopoulos.
Sempre dalla stessa fonte, sembra esserci un taglio della spesa farmaceutica dall’1,9 all’1,5% del Pil ma nessun riferimento all’aumento dell’Iva, cioe’ delle tasse sugli acquisti.
Inoltre, il governo greco punta a vendere le proprie quote possedute in sei societa’ con l’obiettivo di incassare 50 miliardi di euro.Le societa’ sarebbero la Hellenic Petroleum, Athens Water & Sewage, Thessaloniki Water & Sewage; le due societa’ del gas Depa e Desfa e la societa’ autostradale’ Egnatia Odos (nel secondo semestre dell’anno)