Statali ladri. Sprechi e truffe ai danni dell’erario

Pubblicato il 17 Gennaio 2012 - 11:16 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Sono 14.327 i dipendenti pubblici che tra il 2009 e il 2011 sono stati accusati di danno erariale, dopo essere finiti sotto inchiesta per reati che vanno dalla corruzione alla truffa, dall’omissione in atti d’ufficio all’abuso. In tre anni hanno provocato un buco nel bilancio dello Stato pari a 6 miliardi e 250 milioni di euro, quasi un terzo della manovra da 20 miliardi già varata dal governo Monti per il 2012.

Soltanto nell’ultimo anno sono state 883 le ispezioni effettuate dalla Guardia di Finanza, 4.148 le segnalazioni alla Corte dei Conti per una perdita quantificata in un miliardo e 841 milioni di euro. In cima alla lista degli sprechi c’è il settore della Sanità, dove la cattiva gestione spesso si mescola all’illecito. I casi più frequenti sono quelli dei medici che lavorano per il Servizio sanitario nazionale e senza autorizzazione svolgono anche attività privata. Soltanto  in Calabria i finanzieri hanno denunciato alla Corte dei Conti 115 medici e 25 impiegati della Asp di Catanzaro contestando loro un danno complessivo di 12 milioni di euro. Senza contare quegli  specialisti che utilizzavano Tac e risonanze magnetiche delle strutture pubbliche per i propri pazienti privati.

Non è da meno il settore delle case popolari, amministrate spesso con l’obiettivo di favorire parenti, amici e potenti. Svariati i casi che hanno sottratto milioni alle casse dello Stato: a Catania il direttore dell’Ente Case Popolari aveva assegnato un negozio a suo figlio, che non ne aveva diritto, tant’è che non ha nemmeno allegato la richiesta, né tantomeno ha riscosso il canone. Non sono da meno i 21 amministratori comunali responsabili di un altro Istituto case popolari che ha consentito a numerosi inquilini di prendere possesso degli immobili, senza mai stipulare un contratto di locazione, facendo in modo di non poter pretendere più neanche un euro. Rasenta l’inverosimile poi il caso di un ente con 83 milioni di affitti non riscossi che nel tentativo, inutile, di recuperarli è stato autorizzato a stipulare un contratto di consulenza legale che ha portato ad un ulteriore esborso di tre milioni di euro. Fatti i conti, l’ammanco complessivo riguardante gli immobili male amministrati, per il 2010 e il 2011 è stato di 170 milioni di euro con 70 persone denunciate alla Corte dei Conti e 34 alla magistratura ordinaria.

E poi c’è il mercato delle consulenze quello di cui si servono gli amministrazioni locali per sostituire spesso i dipendenti con cosiddetti “esperti” ingaggiati all’esterno e pagati con assegni da capogiro. Nel dossier della Guardia di Finanza si evidenzia come quello dei lavori affidati a personale non dipendente sia ormai un vero e proprio sistema che consente agli alti funzionari di gratificare amici e parenti con un danno per il bilancio da centinaia di milioni di euro.