Grilli: “Impossibile tagliare le tasse, bisogna consolidare”

Pubblicato il 24 Aprile 2012 - 15:08 OLTRE 6 MESI FA

Vittorio Grilli (LaPresse)

ROMA – Tagliare le tasse? Semplicemente non si può, non è ancora il momento. Poi, forse, si vedrà. Il viceministro dell’Economia Vittorio Grilli risponde asciutto a Bankitalia e alla Corte dei Conti che nella pressione fiscale record del nostro Paese vedono un ostacolo soffocante alla crescita. Per loro il dualismo è chiaro: troppe tasse significa meno spazio per investire e crescere. Per il ministro, invece, no: dualismo non c’è ma tasse e sviluppo possono e anzi devono coesistere visto che, è il Grilli-pensiero si tratta di ”due pilastri fondamentali di una stessa cosa, l’Italia, che deve tornare a crescere”.

 

Secondo il viceministro la realtà lascia poco spazio a sogni di sconto perché siamo ”in una fase di consolidamento dei conti pubblici” e ”non c’è ancora la disponibilità per la riduzione delle tasse”. Alla crisi, per Grilli, si lega anche il dato sullo spread (anche oggi sopra quota 400) che, però, “non preoccupa” un Governo ”consapevole che ci sono molte turbolenze sui mercati per diverse ragioni”.

Grilli  ricorda come ”siamo ancora nella crisi ma ci stiamo muovendo verso una soluzione” ma ”ogni giorno, e ogni settimana c’è da aspettarsi qualcosa”. Per ora sappiamo solo cosa non aspettarci a breve, un taglio delle tasse.  Eppure tutti i dati relativi al nostro Paese sembrerebbero chiederlo. C’è l’Istat che non più tardi di lunedì ha osservato come continui una “caduta senza precedenti” del risparmio degli italiani. Ci sono Bankitalia e Corte dei Conti che ammoniscono: la pressione fiscale ha scongiurato il peggio ma ci precipita in recessione. La Banca d’Italia suggerisce una scadenza, gli aumenti delle tasse devono essere temporanei e il massimo sforzo va dedicato alla riduzione delle spesa. La Corte dei Conti ammonisce che nel 2013, l’anno del pareggio di bilancio, “l’effetto recessivo indotto dissolverebbe circa la metà dei 75 miliardi di correzione netta attribuiti alla manovra di riequilibrio”.  Con il paradosso implicito di bruciare 37 miliardi.

Ma Grilli liquida il tutto con un “non ora” e passa ad altro, al contante che gli italiani usano troppo e che facilita l’evasione fiscale. Il governo, a suo giudizio,  ”ha ora gli strumenti” per combattere la lotta alle banconote. Alla presentazione del ‘conto base’ destinato a pensionati e alle fasce deboli della popolazione, creato a seguito delle misure del ‘Salva Italia’ che limitano i pagamenti in contanti   Grilli ha ricordato come ”sono state stabilite le caratteristiche comuni e identiche” minime per i conti di base offerti dalle banche e dalla Poste sulle quali vigilerà un Osservatorio. Ogni anno il Parlamento riceverà una relazione sull’andamento dell’iniziativa. In particolare è previsto un conto corrente gratuito ed esente dal bollo per chi ha un Isee inferiore ai 7500 euro. Per chi supera tale soglia le banche si sono impegnate a chiedere un canone anno ”moderato”. La seconda tipologia prevede un conto corrente gratuito (ma con il pagamento dell’imposta di bollo) per i pensionati che percepiscono pensioni fino a 1500 euro al mese. Palliativi per i più deboli. Per tasse più “europee”, invece, bisogna ancora attendere.