Tremonti: “Via gli speculatori dal tempio”. E attacca le banche

Pubblicato il 13 Settembre 2011 - 17:59 OLTRE 6 MESI FA

Giulio Tremonti (Foto LaPresse)

MONACO DI BAVIERA, 13 SET – ”Cacciare gli speculatori dal tempio” ma anche non ripetere gli errori del passato, come delegare troppo al mondo bancario, che oggi è “più pericoloso di prima”: il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, non commenta il possibile interesse della Cina per il debito italiano, ma sottolinea che la realtà attuale è ”ad alto rischio” e – in un discorso ”marxista” – sottolinea che la ”base di tutto” è ”l’idea del bene comune”.

”Tenterò di fare un intervento di stile marxista”, ha esordito Tremonti di fronte a una platea di religiosi, politici e accademici riunita a Monaco di Baviera per l’Incontro mondiale per la pace organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio.

Il ministro ha affrontato il tema ‘Ripensare il mondo oltre la crisi economica’ sottolineando che anzitutto ”bisogna capire da dove viene la crisi e cosa è”. E oggi, ha spiegato a margine dell’incontro, la ricchezza ”sta mangiando le nazioni e alla fine divorerà se stessa”. Per questo, ”servono delle regole morali, dei principi, e credo che uno di questi sia cacciare dal tempio gli speculatori e dintorni”.

Ma è importante anche non ripetere gli errori del passato. E la politica ne ha fatto uno ”fondamentale”, in quanto ha ”ceduto al potere delle banche”. I governi, ha spiegato il ministro, ”hanno fatto, a mio parere, il tragico errore di affidare la scrittura delle regole ai banchieri”.

Tra gli applausi, Tremonti ha proseguito: ”Ovviamente bisogna separare il grano dall’olio, mi suggerisce il consigliere delegato di Intesa SanPaolo Corrado Passera (che gli sedeva accanto, ndr), ma oggettivamente la follia è stata di delegare una funzione politica tipica della politica dei governi a improbabili organizzazioni di banchieri, il cui unico risultato è stato far guadagnare tempo al mondo bancario, che è tornato peggio di prima, più pericoloso di prima”.

Oggi il mondo delle regole, secondo il ministro, ”deve trovare di nuovo una dimensione. Non è semplice, non c’è mai stato un fenomeno come quello che abbiamo davanti… – ha proseguito -. Ma certamente la realtà che abbiamo davanti, oltre la crisi, la realtà che abbiamo davanti è una realtà ad alto rischio. E il rischio di secoli bui non è affatto marginale, io credo che sia reale”.

In questo quadro, per cambiare bisogna ”capire e reagire”, ha commentato. ”E credo che la base di tutto sia l’idea del bene comune”. Se nel vecchio mondo politico dello Stato-nazione ”sul frontone del tempio c’era scritto ‘liberté, egalité, fraternité (liberta’, uguaglianza, fraternita’), sul frontone del tempio eretto con la globalizzazione c’è scritto ‘Globalité, marché, monnaié” (globalizzazione, mercato, moneta). Ma oggi, ”sul frontone ideale del tempio” dovrebbe campeggiare la scritta ‘Caritas in veritate’ (La carità nella verità), ha concluso Tremonti citando un’enciclica di papa Benedetto XVI.