Trimestrali Iva nel decreto fiscale: errori di 1 euro, sanzioni di 5mila

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Novembre 2016 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA
Trimestrali Iva nel decreto fiscale: errori di 1 euro, sanzioni di 5mila

Trimestrali Iva nel decreto fiscale: errori di 1 euro, sanzioni di 5mila

ROMA – Trimestrali Iva nel decreto fiscale: errori di 1 euro, sanzioni di 5mila. “Il decreto fiscale varato dal MEF aggiunge ben otto nuove comunicazioni fiscali ai già numerosi adempimenti che gravano su imprese, professionisti e contribuenti. E come se non bastasse viene introdotto un sistema sanzionatorio completamente sproporzionato”: le associazioni dei commercialisti hanno lanciato l’allarme sugli effetti del dl fiscale, in particolare nel mirino sono finite le nuove comunicazioni trimestrali dei dati Iva.

Ma è sulla sproporzione del regime sanzionatorio che anche il quotidiano economico Italia Oggi punta il dito: “Errori di 1 , sanzioni di 5mila” è il titolo di apertura che denuncia uno degli aspetti più paradossali contenuti nel decreto. Le nuove sanzioni, ora all’esame del Parlamento, prevedono 25 euro fino a un massimo di 25mila per l’omessa o l’errata trasmissione  dati del nuovo spesometro trimestrale, prevedono inoltre sanzioni da un minimo di 5mila a un massimo di 50mila per l’omessa, incompleta o infedele nuova comunicazione trimestrale dei dati Iva.

Il decreto fiscale varato dal ministero dell’Economia, “invece di semplificare un sistema fiscale che occupa il 126esimo posto nel ‘ranking’ annuale sulla competitività elaborato dalla Banca Mondiale, aggiunge ben 8 nuovi adempimenti a carico di professionisti e imprese”, prosegue la nota congiunta delle associazioni dei commercialisti Adc, Aidc, Anc, Andoc, Unagraco, Ungdcec, Unico.

Riferendo come, “in questi anni, abbiamo presentato più volte anche presso il tavolo permanente instaurato dal Mef proposte volte alla semplificazione di un sistema estremamente complesso: basti pensare che gli adempimenti fiscali gravano mediamente su una impresa italiana 2,18 volte più di una impresa britannica, 1,73 volte più di una francese e 1,58 più di una spagnola. Ma, evidentemente – sottolineano i sindacati della categoria professionale – non siamo stati ascoltati”.

Inoltre, recita ancora la nota delle associazioni, “se in Parlamento non vi saranno sostanziali modifiche, avvieremo una campagna di comunicazione scrivendo alle oltre 5,4 milioni di partite Iva clienti dei nostri associati. Comunicazione che – spiegano i commercialisti – sarà volta a illustrare nel dettaglio a tutti i professionisti e a tutte le imprese italiane i nuovi adempimenti, i relativi costi e un sistema sanzionatorio che di fatto istituisce una nuova tassa occulta su tutte le categorie produttive del nostro Paese, sollecitandole e dichiarandoci pronti a sostenere ogni forma di protesta legittima che, in qualità di contribuenti, vorranno intraprendere al fine di dimostrare al Governo la forza numerica e la volontà del popolo delle partite Iva”.