Benzina, troppe tasse: gli italiani ne fanno meno. E lo Stato incassa -7,2%

Pubblicato il 29 Gennaio 2013 - 08:30 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La tassazione sulla benzina è sempre più alta, eppure lo Stato incassa meno dalla vendita di benzina e gasolio. Può sembrare un paradosso ma è esattamente quello che sta succedendo in Italia e questo fenomeno ha un nome: effetto Laffer. In sostanza, a causa della benzina alle stelle gli italiani rinunciano sempre di più a usare l’auto (e quindi a consumare benzina) con le conseguenze inevitabili in termini di gettito mancato per lo Stato.

Il carico fiscale che colpisce i carburanti auto in Italia ha superato ormai la soglia di sopportazione e per la prima volta a dicembre, nonostante il caro-benzina, l’erario ha subito un calo del gettito dei carburanti del 7,2%. E’, appunto, “colpa dell’effetto Laffer che si verifica – spiega il Centro Studi Promotor – con il calo del gettito a fronte di una tassazione eccessivamente elevata”. E se per ora l’effetto Laffer ”ha interessato solo il mese di dicembre e non ha compromesso il bilancio dell’annata 2012 per l’Erario, potrebbe però compromettere seriamente il bilancio di quest’anno”. Insomma, lo Stato potrebbe andare in affanno per le mancate entrate.

Infatti, mette in guardia il Centro Studi Promotor, ”in mancanza di interventi adeguati, se la flessione delle entrate dovesse protrarsi per tutto il 2013, con l’entità di dicembre la perdita per le casse dello Stato ammonterebbe a 2,6 miliardi”. Dai dati elaborati dal Centro Studi Promotor emerge che nel 2012 i consumi di benzina e gasolio per auto sono calati del 10,5% ma data la crescita dei prezzi, sospinta soprattutto dai forti aumenti della tassazione, la spesa complessiva alla pompa è salita a 67,4 miliardi con una crescita del 4,7%.

Questa imponente cifra è andata per 30,9 miliardi all’industria petrolifera e ai distributori, che accusano tuttavia un calo di introiti del 3%, e per 36,5 miliardi al fisco, che vede i suoi proventi aumentare del 12,4%. “Dunque l’Erario – sottolinea il CSP – finora è stato l’unico soggetto a trarre vantaggio dall’attuale situazione dei consumi e dei prezzi di benzina e gasolio”. Il fisco, inoltre, “é essenzialmente il responsabile del caro-carburanti che affligge l’Italia”. Per Federauto, l’associazione che rappresenta in Italia i concessionari di autovetture, il dato rilevato dal Centro Studi Promotor è “l’ennesima conferma di una nefasta gestione di tutto ciò che riguarda l’automotive adottata in particolare dall’ultimo Governo”.

E il presidente Filippo Pavan Bernacchi aggiunge che “ai 2,6 miliardi di euro che quest’anno rischiano di mancare all’appello come conseguenza al calo del gettito dei carburanti, si aggiungono i 3 miliardi di euro di mancati introiti per lo Stato nel 2012”. E di benzina si è occupato anche l’Antitrust auspicando che il processo di liberalizzazione dell’accesso all’attività di distribuzione dei carburanti sia ”completato e rafforzato con l’adozione di norme chiare e non soggette ad interpretazioni”. L’Antitrust esprime anche ”preoccupazione” per il fatto che ”numerose regioni italiane continuino, anche di recente, ad approvare normative che appaiono andare nella direzione opposta rispetto ad una piena liberalizzazione”.