La parabola di Groupon: dai coupon-sconto per gli amici alla Borsa

Pubblicato il 8 Marzo 2012 - 19:32 OLTRE 6 MESI FA

Il logo di Groupon

ROMA – Dai coupon-sconto per gli amici e qualche altro al gran debutto in Borsa con tanto di successo, 140 milioni di iscritti, 45 sedi in tutto il mondo e diecimila dipendenti: è la parabola di Groupon, sito di annunci che cerchi e offerte che trovi.

In tre anni il suo successo è stato esplosivo, ma il suo fondatore ne ha fatta di strada per portare il sito a questi livelli. La copertina di Wired racconta aneddoti e avventure di Andrew Mason, patron e amministratore delegato di Groupon.

Episodio curioso dell’esordio è il seguente, ricostruito da Lauren Etter:

Michael Bloomberg, sindaco di New York, sta per arrivare da un minuto all’altro. Andrew Mason, fondatore e amministratore delegato 31enne di Groupon, è nella caffetteria della sua azienda, a Chicago. Chiacchiera tranquillamente rimpinzandosi di mirtilli. Accanto a lui c’è Spice, un pony con un fioccone verde-Groupon intorno al collo. È un regalo per il sindaco Bloomberg. Mason, un ragazzone di un metro e 80 in jeans e camicia, improvvisamente dice: «Possiamo fare uscire tutti? Tutti i bipedi fuori. Non fate caso alla cacca». Neanche 20 minuti dopo, però, Spice è sparito. A pochi istanti dall’arrivo di Bloomberg, qualcuno ha cercato su Google “equitazione” e “Michael Bloomberg”, scoprendo che la figlia del sindaco ha avuto un incidente a cavallo e il timore che il regalo possa essere offensivo si insinua. Così, Spice viene chiuso in un montacarichi per tutta la visita del primo cittadino di New York. «Una saggia decisione», proclama a fine giornata Mason, facendo l’occhiolino e battendosi la tempia con l’indice.

«Mi sorprendo a usare la parola “dirigenti”», racconta. Ai nuovi arrivati dice: «Man mano che cresciamo, invece di diventare come tutte le altre aziende, sempre più conformiste e normali, noi diventeremo sempre più stravaganti».

E ancora: «Il commercio di prossimità occupa uno spazio enorme, e abbiamo appena iniziato».

«Non vedo il mondo in questi termini»dice ancora a Wired. Eppure, «guardando indietro, ci si sarebbe potuti aspettare che sarei arrivato fin qui».

«Ero uno di quei bambini che una o due volte l’anno bussavano ai vicini per cercare di vendere qualcosa», racconta

Ci sono anche particolari ancora poco noti nella lunga scalata di Groupon, racconta Wired.

Nel novembre del 2010, Google ha offerto sei miliardi di dollari per acquisire Groupon. Una società avviata neanche tre anni prima, con concorrenti che spuntavano da tutte le parti, valeva davvero tutti quei soldi? Sembrava scontato che Mason avrebbe colto l’occasione al volo e venduto. Invece no. Quando ho chiesto a Mason di quella decisione, lui mi ha risposto tutto gongolante: «Siamo molto contenti di essere rimasti una società indipendente». I documenti pubblici sui conti dell’azienda sembrano dare ancora ragione a Mason: nel 2010 il fatturato di Groupon ha raggiunto i 313 milioni di dollari (meno della metà rispetto ai 713 annunciati per spingere l’ipotetico esordio in Borsa, ma comunque un bel salto rispetto ai 30,5 milioni dell’anno precedente) e, nel 2011, il numero degli iscritti è salito a 142 milioni (a fine del 2009 erano 1,8 milioni). Ma quella stessa documentazione mostra anche l’altra faccia della medaglia: la crescita vertiginosa ha provocato perdite immense. Mentre le filiali di Groupon spuntavano come funghi in ogni angolo del globo, i costi di gestione della società si impennavano. Nel 2010 la perdita netta annuale di Groupon ha raggiunto i 389,6 milioni di dollari. Mason e gli altri dirigenti dicono che l’espansione aggressiva si è resa necessaria per imporsi e rimanere in testa. Groupon ha speso più di 200 milioni di dollari solo per il marketing nel primo trimestre del 2011, per contrastare l’arrivo sul mercato delle “offerte del giorno” di altri giganti tecnologici come Google e Facebook (con i servizi Google Offers e Deals on Facebook, per ora solo negli Usa). In una lettera ai potenziali azionisti, Mason ha promesso che non saranno una meteora.