Gennaro, capo ‘curva A’ Napoli: uomo che ha deciso se partita doveva giocarsi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Maggio 2014 - 23:04 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Si chiama Gennaro, ed è il capo ultra’ della curva A del San Paolo di Napoli, il capo-tifoso azzurro che ha parlato con dirigenti e forze dell’ordine prima di dare l’assenso all’inizio della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina in corso all’Olimpico di Roma.

Seduto su una grata della curva Nord, il capo ultrà ha partecipato alla convulsa trattativa che ha preceduto l’inizio dell’incontro, ritardato di 45′ dopo che la curva del Napoli, preoccupata per le notizie allarmanti sui tre tifosi partenopei feriti, sembrava contraria a che si iniziasse a giocare.

E’ stato lui, riconoscibile per un vistoso tatuaggio su tutto il braccio destro, che ha parlato col capitano del Napoli Hamsik, scendendo sul campo di gioco; ed e’ stato ancora lui, con ampi gesti, prima a chiedere il ritorno della calma in curva da cui erano state lanciate alcune bombe carta, e poi a dare l’assenso all’inizio della partita quando i funzionari delle forze dell’ordine sono andati sotto gli spalti per comunicare la decisione di giocare.

Sulla t-shirt nera dell’ultrà le scritte in giallo ‘Libertà per gli ultras’ sul retro, e ‘Speziale libero’ davanti. Quest’ultima scritta si riferisce ad Antonino Speziale, l’ultra’ del Catania che sta scontando otto anni per l’omicidio preterintenzionale dell’ispettore di polizia Filippo Raciti avvenuto il 2 febbraio del 2007 durante i disordini che scoppiarono allo stadio Massimino di Catania in occasione di un derby col Palermo.

Desto’ clamore, nel novembre del 2012, l’episodio che vide protagonista l’attaccante del Cosenza Pietro Arcidiacono che dopo un gol esulto’ esibendo la maglia ”Speziale innocente” salvo poi chiedere scusa alla vedova Raciti. Per quel gesto Arcidiacono fu punito con la misura del Daspo per tre anni.