Irap sulle plusvalenze dei calciatori si paga. Siluro da centinaia di milioni

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Dicembre 2012 - 10:51 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Le società di calcio devono pagare l’Irap sulle plusvalenze. E’ quanto sostenuto nel parere del Consiglio di Stato che offre all’Agenzia delle Entrate un formidabile assist per tassare le cessioni milionarie dei calciatori, dopo che per due volte le stesse società l’avevano fatta franca, avvantaggiandosi di una diversa interpretazione sul contributo fiscale. Ora, dopo due gradi di giudizio sfavorevoli, il Fisco rischia seriamente di vincere in Cassazione. Nonostante o, forse, proprio per effetto dell’ultima sentenza della Commissione regionale che dava ragione a Cagliari e Lazio.

Ci sono in ballo centinaia di milioni, soldi che il Fisco intende recuperare su quel capitolo invero un po’ complicato delle plusvalenze derivanti dalla risoluzione dei contratti in essere (acquisto o vendita) finora esenti da tassazione. Capitolo complicato anche dalla volontà di salvare le società di calcio oberate dai debiti e in difficoltà finanziaria per le quali era stato inventato anche il meccanismo della spalmatura su un arco di anni dell’esposizione debitoria.

Al Fisco interessano quelle plusvalenze realizzate prima del 2008, quando fu chiaro e stabilito una volta per tutte che la tassazione Irap deriva dal bilancio e dunque non desta più preoccupazioni né dubbi interpretativi per le società sportive. Il mirino è focalizzato non tanto sulle cessioni e dunque sulle plusvalenze dei grandi calciatori, i cosiddetti top-player. L’attenzione va a quegli scambi spesso alla pari, permutativi, tra giocatori magari giovani o di secondo piano ai quali veniva attribuito un valore arbitrario, sulla carta.

Spiega Marco Mobili sul Sole 24 Ore il funzionamento del giocattolo contabile in odore di rottamazione: ” Si trattava di operazioni spesso permutative, quindi senza scambio di denaro ma con trasferimenti incrociati di calciatori. Che se da una parte davano un saldo finanziario pari a zero, dall’altra consentivano alle società una significativa plusvalenza nel bilancio (chi vendeva realizzava la plusvalenza immediatamente chi comprava splamava il costo in cinque anni come prevedono i regolamenti sulla durata del contratto dei calciatori). Un meccanismo così anomalo che non poche società di calcio si sono ritrovate con valori dell’attivo (dei calciatori) assolutamente esorbitanti”.

Contributo fiscale Irap (fonte: report Calcio 2012 Figc)