Via Crucis, Papa Francesco: “Cristiani perseguitati nel silenzio complice” FOTO

di redazione Blitz
Pubblicato il 4 Aprile 2015 - 02:07 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Cristiani perseguitati, spesso col nostro silenzio complice”. Con queste parole, nelle meditazioni della Via Crucis al Colosseo, papa Francesco a evocato le ferite del crocifisso e dell’umanità: in primo piano i cristiani perseguitati, così come pure le vittime di violenza, i minori sfruttati, il dramma dei bambini soldato.

“In te venduto e crocifisso – ha detto il Pontefice – vediamo i nostri consueti tradimenti e quotidiane infedeltà, nel tuo viso sfigurato vediamo la brutalità dei nostri peccati, la crudeltà del nostro cuore e azioni, vediamo tutti gli abbandonati della società, i corpi dei nostri fratelli abbandonati lungo le strade, sfigurati dalla nostra negligenza e indifferenza.

La sete del tuo padre misericordioso che in te ha voluto abbracciare, perdonare e salvare tutta l’umanità – ha proseguito – ci fa pensare alla sete dei i nostri fratelli perseguitati, decapitati e crocifissi per la loro fede in te, sotto i nostri occhi o spesso con il nostro silenzio complice”.

Poi il Papa ha ricordato che

Dio non dimentica mai i suoi figli e non si stanca mai di perdonarci e abbracciarci con sua  misericordia, e non dobbiamo stancarci mai di chiedere perdono e credere nella misericordia di Cristo”.

Anche oggi dunque il Papa ha pregato per i cristiani perseguitati, tema purtroppo del giorno, dopo l’attacco di giovedì in un campus universitario in Kenya, contro il quale si era già scagliato in mattinata, stigmatizzando in particolare la “brutalità” della violenza.

Le sofferenze dei cristiani perseguitati avevano aperto anche le meditazioni della via Crucis, con il ricordo tra gli altri del ministro pakistano Bhatti assassinato nel 2011. Tra le invocazioni del rito anche il no alla tortura e alla pena di morte, il ricordo delle vittime della violenza, in particolare i bimbi, le fragilità delle famiglie, con preghiere anche in vista del prossimo sinodo.

A portare la croce nelle 14 stazioni, oltre al vicario di Roma Agostino Vallini, c’erano anche famiglie italiane, nigeriane, cinesi, egiziane, siriane, latinoamericane, e due frati della Custodia di Terra Santa.

“Adesso torniamo a casa col ricordo di Gesù, della sua passione, del suo grande amore, e anche con la speranza della sua gloriosa resurrezione”, ha concluso Bergoglio acclamato dalle grida di “viva il Papa”, il solenne rito della via crucis al Colosseo, al quale hanno preso parte decine di migliaia di persone.