Yoga è morta, era l’orsa più famosa d’Abruzzo: aveva 30 anni

di Redazione blitz
Pubblicato il 1 Luglio 2019 - 17:04 OLTRE 6 MESI FA
yoga orsa

Yoga è morta, era l’orsa più famosa d’Abruzzo: aveva 30 anni

L’AQUILA – E’ morta a 30 anni, “un’età assolutamente rilevante per un orso”, scrive il Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, l’orsa Yoga, diventata famosa alla fine degli anni ’90 del secolo scorso per le scorribande nei paesi del Parco. Dopo un lungo periodo nell’area faunistica di Villavallelonga (L’Aquila), dall’agosto 2017 era ospitata nel Centro Visite di Pescasseroli. Sono stati i custodi a trovarla senza vita domenica mattina.

Nel 2018 l’orsa aveva subito un importante intervento a causa di alcune ernie midollari alla colonna vertebrale che le stavano paralizzando gli arti posteriori; aveva poi ricominciato a camminare, ma aveva ovviamente problemi legati all’età. Ora nella sede di Teramo dell’Istituto Zooprofilattico di Abruzzo e Molise con l’autopsia sarà accertata la causa ultima di morte.

Yoga, ricorda una nota del Parco, cominciò da giovanissima a frequentare la Camosciara, in estate, cercando di rubacchiare cibo ai turisti pronti a fare un pic-nic. Con il tempo, però, divenne sempre più confidente, avvicinandosi ai campeggi. Finché un giorno arrivò a Opi (L’Aquila) durante la festa patronale, spaventando tutti coloro che erano in piazza; poco tempo dopo entrò nella cantina di una casa, a quel punto il Parco prese la decisione di ridurla in cattività. “Una scelta dolorosa, ma necessaria a garantire l’incolumità delle persone e della stessa orsa, che se avesse continuato le incursioni poteva trovare la morte a causa di eventi accidentali legati all’uomo”.

Yoga e Sandrino sono stati gli orsi più famosi del Parco, due ambasciatori della specie di orso bruno marsicano, che può arrivare a vivere 35-40 anni. Yoga ha rappresentato il primo, e finora unico, caso in cui l’Ente Parco ha ridotto in cattività un orso problematico; una scelta dettata da ragioni di opportunità oggettive, “da cui tanto abbiamo imparato e che ci hanno consentito di sviluppare procedure e metodi di gestione più utili e funzionali per mitigare il conflitto orso-uomo”. (fonte ANSA)