Philip Roth: “Fra 25 anni la lettura di un libro sarà un fenomeno “cult” riservato a pochi”

di Dini Casali
Pubblicato il 26 Ottobre 2009 - 17:53| Aggiornato il 14 Luglio 2011 OLTRE 6 MESI FA

philip rothForse si divertono a non dargli il Nobel per la Letteratura – perché troppo famoso, troppo americano o perché troppo bravo – ma Philip Roth se ne è fatto di certo una ragione se all’età di 76 anni continua a sfornare romanzi a getto continuo. Tutti di livello assoluto.  “The Humbling” è uscito in America questa settimana, a meno di un anno dall’ultima fatica.

Per intenderci, scorrendo la bibliografia degli ultimi quattro anni, troviamo 4 titoli, ognuno dei quali, per motivi diversi, accolto come l’esito straordinario di una maturità artistica che non ha confronti: “Everyman” nel 2006, “Exit ghost” del 2007, “Indignation” del 2008 e appunto “The Humbling” nel 2009. Intanto procede alla stesura di “Nemesis” la cui pubblicazione è prevista nel 2010.

Tale frenesia e ispirazione compositiva denuncia una fiducia incrollabile – tipicamente americana – nella possibilità del romanzo, in fondo della sua intima necessità. In verità Roth dichiara di non esserne più così certo, anzi ha un’idea molto precisa del futuro della narrativa in generale e dell’oggetto libro in particolare.

Intervistato da Tina Brown sul magazine on line Daily Beast, Roth mostra tutta la sua devozione per la fiction letteraria ma non può dissimulare la convinzione che la sorte del romanzo sia già segnata: «Il libro non può competere con lo schermo (tv e cinema), e Kindle non cambierà le cose». La concentrazione e la giusta messa a fuoco necessari per leggere un romanzo sono abitudini che stanno scomparendo, a vantaggio di un consumo inerte e meno impegnativo richiesti dalla televisione o dai computer: «Non è normale leggere un romanzo in più di due settimane».

Per Roth il destino è irreversibile: al massimo fra 25 anni la lettura di un libro sarà un fenomeno di nicchia, un “cult” riservato a un’esigua minoranza : «Forse ci saranno un po’ più di persone di quelle che al momento continuano a leggere in latino, ma stiamo parlando dello stesso ordine di grandezza».