Diritto all’oblio: Google comincerà a rimuovere i link europei da fine giugno

di redazione Blitz
Pubblicato il 20 Giugno 2014 - 00:47 OLTRE 6 MESI FA
Diritto all'oblio: Google rimuoverà i primi link da fine giugno

Diritto all’oblio: Google rimuoverà i primi link da fine giugno

ROMA – Da fine giugno i cittadini europei potranno essere dimenticati dal web. A partire da quella data Google inizierà infatti a rimuovere dal suo motore di ricerca i primi link in osservanza della sentenza della Corte di Giustizia Ue che ha riconosciuto il diritto all’oblio degli utenti che potranno chiedere ai gestori dei contenuti di cancellare la propria presenza online, soprattutto quando la loro privacy è stata violata.

Oltre 50mila le richieste di rimozione finora pervenute al colosso del web. Secondo quanto riporta il New York Times, Google ha già iniziato a comunicare ad alcuni utenti europei che la loro richiesta è stata accolta e sarà presto evasa.

Un team interno, guidato dall’ufficio legale dell’azienda californiana, prenderà in considerazione ogni richiesta per capire se coincide con il contenuto della sentenza della Corte europea del 13 maggio scorso che ha riconosciuto – partendo da un caso spagnolo – il diritto all’oblio dei cittadini europei e la rimozione di link ritenuti “irrilevanti o inadeguati”.

Il 30 maggio scorso Big G ha messo a disposizione dei cittadini europei un modulo da compilare online per essere dimenticati dal web. Se la richiesta da loro inoltrata verrà approvata, Google rimuoverà il link dal motore di ricerca in Europa che copre i 28 paesi Ue ma anche Norvegia, Islanda, Svizzera e e Liechtenstein.

Questo vuol dire che, ad esempio, un link rimosso non sarà più visibile su google.it, ma ancora consultabile su google.com e quindi nel resto del mondo.

“Resta poco chiaro – osserva il quotidiano newyorkese – se la sentenza può essere applicata soltanto alle persone che vivono in Europa oppure se coloro che vivono altrove, compresi gli Stati Uniti, potranno richiedere la rimozione dei contenuti”.

Intanto in Canada, proprio in tema di competente extraterritoriali, scoppia un caso che inizia a far discutere: la Corte Suprema ha ordinato all’azienda di Mountain View di bloccare un gruppo di siti escludendoli dal suo motore di ricerca in tutto il mondo.

La sentenza, che però non ha molto a che fare col diritto all’oblio ma piuttosto con la tutela della proprietà intellettuale, pone non pochi dilemmi. A far scattare il caso, un’azienda canadese che produce dispositivi di rete industriali: gli ex soci avrebbero rubato segreti industriali per fare prodotti concorrenti venduti online nel mondo grazie ad una rete di siti, quelli su cui è stato ordinato il blocco. Dopo la sentenza, Mountain View ha annunciato il ricorso in appello. E già in rete si sollevano perplessità sia sul fatto che l’autorità dei giudici canadesi possa tracimare dai confini nazionali; sia sul fatto che altre nazioni potrebbero prendere provvedimenti analoghi, mettendo così a rischio la libertà di parola per casi di criminalità o truffa.

Michael Geist, professore in legge all’Università di Ottawa, si domanda a ragione:

 

“Cosa accadrebbe se una Corte russa imponesse a Google di rimuovere i contenuti gay e lesbici dalle sue ricerche a livello globale, o se l’Iran chiedesse il blocco dei siti israeliani?”