Tiziano Ferro, Rolling Stone gli fa il processo: “Se sei gay, non cantare etero”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Gennaio 2018 - 10:53 OLTRE 6 MESI FA
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Tiziano Ferro, Rolling Stone gli fa il processo: “Se sei gay, non cantare etero”

ROMA – Tiziano Ferro, Rolling Stone gli fa il processo: “Se sei gay, non cantare etero”. Può un artista dichiaratamente omosessuale descrivere, magnificare, cantare l’amore etero? Vexata quaestio, vien da dire, magari ricordando i più celebri sonetti amorosi di sempre, laddove il lei di Shakespeare occultava nemmeno troppo nascostamente un lui. Secondo Tiziano Zarantonello, giovane editorialista della rivista Rolling Stone Italia, un cantante gay, segnatamente Tiziano Ferro, non può cantare l’amore tra un ragazzo e una ragazza.

Senza se e senza ma: lo dice dall’alto della sua esperienza giovanile di imberbe innamorato di una certa Paola come la Paola di Rosso relativo, hit di Tiziano Ferro di inizio millennio. La canzone sembrava offrirgli li codici per penetrare il mistero femminino, tuttavia, più avanti, dopo il tardivo coming out, scoprire che Paola era in realtà Paolo gli ha causato un certo trauma, come una sensazione di raggiro, di presa per i fondelli.

Tiziano Ferro era diventato per me un super guru, un domatore professionista delle farfalle che durante l’adolescenza ti sconquassano lo stomaco peggio che la gastrite. Immaginate come posso esserci rimasto nel momento in cui rivela al mondo di amare gli uomini. Come aveva potuto ingannarmi? (Tiziano Zarantonello, Rolling Stone)

Va detto – sebbene non ci venga risparmiato il colpo basso di “amici gay ce li ho anch’io” – che l’articolo non concede nulla a esibizioni omofobiche o discriminatorie: Zarantonello ne fa una questione di onestà intellettuale, non gli piace la doppia morale di chi tace sulla sua vera identità sessuale per non perdere nemmeno una delle centinaia di migliaia di ragazzine che stravedono per lui mentre aspettano il principe azzurro. E, per giunta in plateale indifferenza per chi vive il proprio sentimento omo con vergogna e sensi di colpa.

Ricky Martin fu il primo a tradire e anche quella fu una pagina triste per la musica pop. Cantava di Vida Loca con le tette di Nina Moric che gli distraevano la guida e va a finire che in realtà non gliela distraevano affatto. E noi come degli stupidi ad ascoltarlo. (Tiziano Zarantonello, Rolling Stone)

Così, a occhio, le ragioni del Tiziano di Rolling Stone hanno una qualche fondatezza: non per infierire, ma uno scrittore forse un po’ più autorevole come Aldo Busi bollò il coming out del Tiziano più famoso come tardiva e tutto sommato inutile, se non ipocrita, visto che non era accompagnato da alcuna presa di posizione di ordine politico o sociale. Ma la faciloneria con cui si procede all’elenco dei cattivi che non corrispondono i nostri desideri, non esaudiscono le nostre preghiere, sa di lista di proscrizione: gay, etero, bisessuale o qualunque combinazione si prediliga, uno canta quello che vuole, non necessariamente quello che sa. E se non ti sta bene cambia canale.