Wikileaks. Guerra informatica contro giganti come Mastercard, Visa e PayPal

Pubblicato il 9 Dicembre 2010 - 11:30 OLTRE 6 MESI FA

Julian Assange, fondatore di Wikileaks

La guerra informatica tra amici e nemici di Wikileaks si allarga e investe fragorosamente giganti dei flussi finanziari online come Visa e Mastercard, finiti sotto il tiro incrociato degli hacker fan di Julian Assange dopo lo stop delle donazioni a favore del sito che ha sconvolto le cancellerie dell’intero Pianeta.

Perfino Sarah Palin e’ entrata nel mirino dell”Operazione Payback’ (Resa dei Conti) con un attacco al suo sito.

Anonymous, il gruppo di ‘aktivisti’ che negli ultimi giorni ha attaccato le societa’ che hanno tagliato i ponti con l’organizzazione dell’australiano, ha firmato gli attacchi in serie – Ddos (Distributes denial of service) – al sito di Mastercard prima, bloccando poi in serata nuovamente anche visa.com.

”La liberta’ di espressione e’ senza prezzo. Per tutto il resto c’e’ Mastercard”, suonava ironicamente l’annuncio del successo dell’azione su Twitter da parte di Anonymous.

Annuncio questo che potrebbe essere l’ultimo, almeno per il momento, attraverso il servizio di microblogging che ha fatto sapere di aver sospeso il profilo di ‘Operazione Payback’ impedendo cosi’ ai pirati informatici della ‘resa dei Conti’ di comunicare via Twitter le loro prossime azioni.

Che ci saranno, senza dubbio e verso “chiunque sia contro Wikileaks”, hanno assicurato rappresentanti di Anonymopus in una conversazione online con l’Afp.

A loro e’ stata anche attribuito il tentativo di chiudere il sito della repubblicana Sarah Palin ‘SarahPac’ e di mettere le mani sui conti di carta di credito suoi e del marito Todd. Vittime dei cyberattacchi sono stati di riflesso pero’ anche molti utenti che hanno visto oggi comparire sullo schermo il messaggio di errore ‘Denial of service ‘nel tentativo inutile di collegarsi al sito del colosso americano Mastercard.

O, anche, ‘impossibile visualizzare la pagina web’ per chi – in difficolta’ con la propria carta di credito – ha cercato aiuto su Mastercard Italy. Piu’ tardi anche il sito www.visa.com e’ risultato inaccessibile. Dopo Amazon, Paypal e le poste svizzere, ieri anche Mastercard e Visa Europe avevano bloccato i bonifici che donatori da tutto il mondo versavano via web a favore del sito di Assange.

E  la vendetta della rete, ma non solo, si e’ scatenata trasformando rapidamente i persecutori online in vittime offline. C’e’ anche chi e’ passato direttamente alle vie legali. Datacell, societa’ con base a Reykjavik sotto controllo islandese e svizzero che consente a Wikileaks di ricevere donazioni tramite carte di credito e bonifici, ha annunciato che querelera’ la Visa per il suo comportamento ”gravemente lesivo”.

E che ”ha deciso di prendere misure legali immediate per rendere nuovamente possibili le donazioni”. L’Operazione ‘Payback’ dei pirati informatici, gia’ attiva nel web e che ora sembra aver fatto fronte comune con ‘Avenge Assange’, ha mietuto un’altra vittima illustre: Paypal, servizio per i pagamenti online finito sotto un attacco dei cyber difensori di Assange, che ha cercato di difendersi peggiorando, se possibile, la situazione.

A scendere in campo, con un intervento alla conferenza Le Web a Parigi, e’ stato il suo vice presidente, Osama Bedier. La decisione di bloccare i trasferimenti a WikiLeaks, ha sottolineato, e’ stata presa ”perche’ il Dipartimento di Stato ci aveva detto che quel che stavano facendo era illegale”, confermando cosi’ le pressioni Usa.

Subito dopo, con una parziale marcia indietro, Bedier ha spiegato che la richiesta di tagliare i ponti con WikiLeaks era nata da una lettera inviata il 27 novembre dal Dipartimento di Stato alla stessa organizzazione di Assange.

Ma gli attacchi si estendono anche oltre: colpiti anche i siti della procura svedese, della Swiss Post e il provider statunitense EveryDNS.net che aveva messo fuori uso WikiLeaks.org. E la guerra continua.