LONDRA – “Un milione di nuovi file saranno diffusi nel 2013”. Julian Assange è pronto a dare nuova vita a Wikileaks e lo ha annunciato in un infuocato discorso dal balcone dell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, da sei mesi suo rifugio.
L‘hacker australiano è comparso in pubblico per la seconda volta da quando, il 19 giugno scorso, è entrato nella sede diplomatica del Paese che gli ha concesso asilo. E per 15 minuti, dal balcone del palazzetto di mattoni rossi a Knightsbridge, ha parlato ai suoi ‘fan’ radunati ad ascoltarlo.
”La porta è aperta” ha detto, ”per chiunque voglia parlare con me o offrirmi un passaggio sicuro”. Ad oggi, però, Assange resta in quella che ormai chiama ‘casa’, per evitare l’estradizione in Svezia, dove è accusato di aggressione sessuale. Una volta uscito, dovrà anche rispondere alla giustizia degli Stati Uniti per la diffusione di documenti diplomatici riservati. Ma lui non si ferma e, parlando di un 2012 ”grandioso” per Wikileaks, annuncia per il nuovo anno una nuova sfida e una valanga di informazioni , che riguarderanno tutti i Paesi del mondo.
”Non sarò intimidito”, assicura. E promette: ”Nel 2013 continueremo a resistere contro i prepotenti. Il potere della gente che resiste insieme terrorizza il potere corrotto e antidemocratico. Al punto che adesso la gente normale, qui nell’Ovest, è il nemico dei governi. Da osservare, controllare e impoverire”. ”Sei mesi fa, 185 giorni fa, sono entrato in questo edificio che è diventata la mia casa, il mio ufficio, il mio rifugio. – ha continuato -. Grazie al governo dell’Ecuador e al sostegno della sua gente, sono al sicuro e libero di parlare”.
Mentre è tornato a puntare il dito contro il governo del suo Paese, l’Australia, che non lo difende: ”Non difende il giornalismo, e fino a quando sarà così, io resterò qui”. Il governo britannico ha l’obbligo di estradare Assange in Svezia. Per questo, nel momento esatto in cui dovesse mettere piede fuori dalla sede diplomatica, la polizia lo arresterebbe. Da quando Assange si è rifugiato nell’ambasciata, Scotland Yard ha dovuto istituire un servizio di vigilanza per impedire la sua fuga, che è costato finora tre milioni di sterline.