Wind e 3 Italia, rimborsi a clienti per extra tariffe internet all’estero

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Febbraio 2017 - 12:39 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Wind e 3 Italia dovranno rimborsare i clienti che si sono trovati a pagare delle tariffe extra per aver usato internet sul telefonino all’estero. Lo ha deciso l’Agcom che ha anche multato le due compagnie telefoniche.

Spiega Dario D’Elia su Tom’s Hardware:

Il Garante per le Comunicazioni ha ordinato a Wind e 3 Italia di rimborsare i clienti che da aprile 2016 hanno subito sovrapprezzi per il roaming generato all’estero. Nello specifico si tratta degli utenti che avevano attivato le offerte Tre Power Europe e Wind Offerta Unione Europea.

I due profili tariffari violerebbero le norme comunitarie legate al roaming, in pratica il regime transitorio che terminerà il prossimo 15 giugno. Bruxelles aveva stabilito una forte riduzione dei costi ma i due operatori mobili hanno formulato offerte che di fatto sfavoriscono chi genera poco traffico.

Cade intanto l’ultimo ostacolo verso l’azzeramento dei sovraccosti del roaming: con l’intesa raggiunta sulle tariffe all’ingrosso, ci sono ora tutti i tasselli per partire come previsto a metà giugno. Il passo finale è stato accolto dal plauso delle associazioni dei consumatori e dalla maggior parte degli eurodeputati tranne gli euroscettici, mentre gli operatori tlc, spaccati tra grandi e piccoli, tra Paesi del Nord e del Sud, non sono riusciti a esprimere una posizione comune.

Tranne quelli virtuali, che hanno ammonito del rischio di un aumento delle tariffe. Dopo una lunga notte di negoziati e l’appello arrivato a più riprese da parte del vicepresidente della Commissione Ue Andrus Ansip a “non perdere tempo” e a mantenere la promessa fatta ai cittadini europei, Consiglio e Parlamento sono riusciti a trovare un accordo sulle tariffe che gli operatori devono applicarsi tra loro per il traffico dati in roaming, vero scoglio delle discussioni.

Tra le tariffe più elevate proposte dalla Commissione e dal Consiglio e quelle decisamente più ‘stracciate’ chieste dall’Europarlamento, il compromesso è arrivato molto più vicino alle posizioni di quest’ultimo, con un tetto a scendere dai 7,7 euro per gigabyte nel 2017 sino ai 2,5 nel 2022. Si tratta di un taglio del 90% dei costi attuali, con un prezzo di 50 euro a gigabyte. “Era l’ultimo pezzo del puzzle”, ha dichiarato Ansip, “dal 15 giugno gli europei potranno viaggiare nell’Ue senza costi di roaming e gli operatori potranno continuare a competere per fornire le offerte più attraenti per i loro mercati nazionali”.

Il compromesso trovato, spiegano a Bruxelles, ha cercato di tenere conto della variegata situazione degli operatori europei, con dimensioni e dinamiche molto diverse tra i Paesi del Nord, con offerte vantaggiose e il maggior numero di viaggiatori all’estero come Svezia, Finlandia o i Baltici, e quelli del Sud come Italia, Spagna o Grecia, con mercati nazionali più grandi e un alto numero di turisti. Contro l’intesa raggiunta gli operatori virtuali di Mnvo, che temono non rientreranno dei costi imponendoli sui consumatori con un aumento delle tariffe. Per Bruxelles, però, il taglio del 90% dei costi attuali serve proprio per tenere conto di queste esigenze, e in ogni caso è prevista una clausola di revisione ogni due anni per cui già nel 2019 verrà fatto il punto.

“Più basso il tetto, più grande la quantità di dati che i consumatori avranno in roaming”, hanno accolto con favore l’intesa i consumatori del Beuc, mentre il Codacons ha ricordato che finora i sovraccosti sono stati di 8,5 miliardi di euro per le tasche dei cittadini. Per Lega Nord e M5S, invece, si tratta rispettivamente di “un accordo a favore delle multinazionali” e di una “beffa per i cittadini che beneficiano di tariffe domestiche basse”. Per Giovanni La Via di Ap/Ppe è invece “una piccola rivoluzione” che “in quest’epoca di oscurantismo populista”, ha tenuto a ricordare la relatrice ombra del S&D/Pd Patrizia Toia, è “il frutto di scelte politiche precise e dell’impegno di chi ha lottato per affermare i valori dell’integrazione europea”.