I 12 album punk da conoscere assolutamente, proposte note e qualche perla: The Clash, The Stranglers, Radio Birdman…

di Roberto Cruciani
Pubblicato il 27 Gennaio 2024 - 09:00

Per chi vuole avvicinarsi al genere e per chi desidera approfondire o rinverdire i ricordi, questa è una selezione di alcuni degli album punk da conoscere assolutamente. Il movimento punk è stato estremamente prolifico di capolavori, quindi qui non troverete un elenco esaustivo: non ci sono ad esempio i Sex Pistols, band estremamente importante per l’influenza che ha avuto su molte band della prima ondata punk inglese, nonostante la vita breve e la pubblicazione di un solo album in studio; non ci sono i Ramones, che hanno invece avuto un ruolo nella diffusione del punk oltreoceano.

Abbiamo preferito dare spazio ad alcuni album capolavoro solitamente sottovalutati. Anche figure come Siouxsie o Nina Hagen, personificazioni a loro modo dell’atteggiamento punk, non rientrano in questa selezione, perché è difficile individuare un loro album che abbracci appieno lo stile punk senza sconfinare in sperimentazioni che avrebbero poi dato vita a nuovi generi… D’altra parte, uno degli slogan del movimento era che il “punk è un atteggiamento”, quindi non un vero genere: spesso si mescola ad altri generi: il reggae e lo ska primi fra tutti, ma anche il rock, il blues, il funky e addirittura il jazz, come nel caso dei canadesi NoMeansNo. E certamente il punk ha influenzato tutta la musica successiva, dando anche vita a nuovi generi: dal dark al gothic dal rockabilly al cosiddetto pop-punk, di cui i Buzzcocks sono considerati i pionieri… Molti miti a proposito del movimento punk andrebbero sfatati.

L’odio per gli hippy, ad esempio, è spesso un’esagerazione: basti pensare che al Reading Festival del 1978 i punk Sham 69 ospitarono il super freak Steve Hillage per una memorabile versione di When the Kids Are United… La cultura del “do it yourself” (DIY), anche essa figlia del movimento punk, ha portato molte band punk a rifiutare le produzioni delle major, ma solo perché queste non potevano garantire la necessaria libertà di espressione contro il sistema: per molti, l’alternativa è stata non solo l’autoproduzione, ma la creazione di vere e proprie etichette indipendenti, divenute poi punti di riferimento per tutto il movimento. Non vi aspettate quindi di trovare nell’elenco che segue solo creste colorate, borchie e anfibi. Il movimento punk è stato molto più variegato: basti pensare all’aspetto da bravi ragazzi dei Minutemen!

The Clash, London Calling

I Clash non possono proprio mancare in una selezione di album punk: la band guidata da Joe Strummer è tra le più iconiche del movimento inglese. London Calling è il loro terzo album, pubblicato nel 1979. Si tratta di un doppio vinile che propone una notevole densità di grandi brani e che diede la notorietà ai Clash negli Stati Uniti: oltre alla title track, Brand New Cadillac, Rudy Can’t Fail, Spanish Bombs, Lost in the Supermarket, The Guns of Brixton, Revolution Rock

Dead Kennedys, Fresh Fruit for Rotting Vegetables

Primo album in studio dei californiani Dead Kennedys, pubblicato nel 1980. Il cantante e leader della band è conosciuto col soprannome di Jello Biafra: è una pratica molto comune nel punk usare pseudonimi fantasiosi e variopinti, forse anche per sbeffeggiare il culto della personalità. Intellettuale e attivista, è anche il fondatore dell’etichetta Alternative Tentacles, punto di riferimento del punk sia statunitense che canadese. I temi politici e sociali tipici dei Dead Kennedys sono evidenti in brani come Kill the Poor, California Uber Alles e Holiday in Cambodia.

Crass, The Feeding of the 5000

Tra le band con una propensione per le tematiche politiche e sociali, spiccano in particolar modo i Crass, un collettivo punk anarchico inglese che ha incentrato le proprie produzioni su temi antimilitaristi, femministi e di critica sociale. A loro sembra si debba lo slogan punk “do it yourself”. The Feeding of the 5000 è il loro album di esordio, pubblicato nel 1978 su etichetta Crass Records: un album adrenalico e creativo, con brani che raramente superano i due minuti e mezzo…

D.O.A., Something Better Change

Alfieri del punk canadese insieme ai NoMeansNo, i D.O.A. hanno esordito nel 1980 con questo album, pubblicato dalla Alternative Tentacles. Something Better Change è un album tirato e molto ben riuscito. L’album successivo dei D.O.A., Hardcore ’81 (del 1981) è considerato l’inizio del cosiddetto punk hardcore.

Rancid, Life Won’t Wait

I californiani Rancid rappresentano uno degli esempi migliori della ripresa del punk negli anni Novanta. Life Won’t Wait è il loro quarto album, pubblicato nel 1998 dalla Epitaph Records, etichetta di Brett Gurewitz, chitarrista dei Bad Religion. Alla registrazione hanno partecipato anche artisti reggae giamaicani, a testimonianza delle reciproche influenze tra i generi.

Stiff Little Fingers, Inflammable Material

Inflammable Material è stato definito “l’album punk rock classico per eccellenza” sulla stampa inglese. Pubblicato nel 1979, è l’album di esordio dei nordirlandesi Stiff Little Fingers, incentrato soprattutto sui temi legati alla brutalità della polizia e ai conflitti con i separazionisti dell’Irlanda del Nord. Accanto a una cover di Bob Marley, Johnny Was, spicca il loro brano forse più famoso: Alternative Ulster. Gli Stiff Little Fingers sono una band sicuramente sottovalutata e spesso dimenticata quando si parla di punk, ma ascoltate questo album e capirete perché rientrano a pieno titolo in questa selezione.

The Stranglers, No More Heroes

Gli Stranglers sono spesso considerati una band new wave, un sottogenere derivato dal punk. Ma questo loro secondo album, pubblicato nel 1977, rientra a nostro avviso di diritto nella definizione più schietta del punk, sia per l’atteggiamento che per il linguaggio musicale. La title track è uno dei brani più famosi della band, ma tra tutte le loro hit è sicuramente l’unica che si può definire pienamente punk.

X-Ray Spex, Germfree Adolescents

Germfree Adolescents è l’album di esordio, del 1978, di una band atipica, attiva già da due anni prima, ma che fino ad allora aveva pubblicato solo singoli. La band originariamente includeva due donne in ruoli chiave: la front woman Poly Styrene, autrice anche dei brani, e la sassofonista Lola Logic, che all’epoca era solo quindicenne! La presenza del sax è una caratteristica quantomeno rara nel panorama punk. Attivi soprattutto nella scena del punk femminista e nelle lotte contro il razzismo, gli X-Ray Spex sono stati una delle band più importanti della scena punk inglese di fine anni Settanta.

Bad Brains, Bad Brains

Se ci fosse bisogno di sfatare anche il mito che i musicisti punk non sapessero suonare, i Bad Brains sarebbero l’esempio perfetto. Formatisi nel 1975 come band jazz-fusion con il nome di Mind Power, nel 1977 hanno virato decisamente verso il punk. L’album Bad Brains, del 1982, è il primo registrato in studio, e rappresenta perfettamente lo stile della band, in bilico tra il punk hardcore e le influenze reggae. Il tutto realizzato da musicisti di livello… e si sente!

Radio Birdman, Live at Paddington Town Hall 12th December 1977

Spesso è nei live che i gruppi punk trovano la loro vera dimensione, ma altrettanto spesso le registrazioni dei loro concerti sono di pessima qualità… Questo album fa eccezione, quindi ci è sembrato doveroso segnalarlo. I Radio Birdman sono stati il primo gruppo punk australiano a ottenere un certo successo. Formatisi nel 1974, si sono sciolti per riformarsi poi nel 1996 e sono attualmente ancora attivi. Questo album è stato pubblicato nel 2014, ma registrato durante un concerto del dicembre 1977.

The Saints, (I’m) Stranded

I Saints sono un altro gruppo australiano, spesso sottovalutato, ma di grande importanza nella storia del punk. (I’m) Stranded è il loro album di esordio, pubblicato nel 1977, dopo l’uscita del singolo l’anno precedente, quindi ancora prima dell’esordio discografico dei Sex Pistols. La title track è ancora oggi probabilmente il brano più famoso dei Saints, ma l’intero album è una piccola gemma genuinamente punk.

Subhumans, The Day the Country Died

I Subhumans sono una band inglese spesso definita hardcore punk, nata nel 1980. Negli stessi anni, negli Stati Uniti, nasceva un’altra band importante per l’hardcore punk, i Minor Threat, che per motivi di spazio non abbiamo incluso in questa lista. Ma una certa somiglianza stilistica, a nostro avviso, la si può trovare anche con i Chelsea, band inglese autrice di album di punk schietto, nata qualche anno prima e che vedeva nella sua prima formazione anche Billy Idol: dai Chelsea nacquero poi i Generation X. The Day the Country Died è l’album di esordio dei Subhumans, pubblicato nel 1983: racconta di una società distopica con costanti riferimenti a 1984 di Orwell.

Per concludere, vorremmo segnalare anche un paio di album della ricchissima scena punk italiana: Se ho vinto se ho perso dei Kina (1989) e Cattivi maestri dei Peggio Punx (sempre del 1989).