Morgan racconta Battiato: “Ci legava una affinità elettiva. Ha provato tutto e il contrario di tutto”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Maggio 2021 - 14:44 OLTRE 6 MESI FA
Morgan racconta Battiato: "Ci legava una affinità elettiva. Ha provato tutto e il contrario di tutto"

Morgan racconta Battiato: “Ci legava una affinità elettiva. Ha provato tutto e il contrario di tutto” FOTO ANSA

Roberta Castoldi ha intervistato in esclusiva per il settimanale VOI, da giovedì in edicola, il fratello Marco, in arte Morgan e dalla loro chiacchierata intima è emerso un ricordo emozionante di Franco Battiato. Come nascevano le canzoni del maestro? “Anche le canzoni come La cura, che possono sembrare scaturite da un’emozione, erano frutto di organizzazione dell’ispirazione, di sistematicità. Nella sua parabola creativa così ampia, ha provato tutte le tecniche, i metodi, tutto e il contrario di tutto. È sempre stato autocritico, e ha sperimentato quotidianamente il superamento dei propri limiti creativi”, racconta Morgan.

Morgan e il Battiato appassionato di musica

“Conosceva molto bene le canzoni, era un appassionato di canzoni. Quando infatti ha realizzato i dischi di cover, ha semplicemente attinto alla sua conoscenza. Insieme abbiamo parlato tanto di cantautori – prosegue Morgan -. Gli piacevano artisti raffinati, come per esempio Scott Walker. Franco non era allineato, era considerato troppo strano. Era molto indipendente, non aderiva, non apparteneva, sfuggiva, era infedele prima di tutto a se stesso. In una continua ricerca. Era anarchico. Non era inserito nella schiera dei cantautori impegnati politicamente. Anche io mi sento così, non appartengo. Ho un pensiero sempre mio, libero. Anche se a volte però mi mancano situazioni in cui mi coinvolgano”.

Che rapporto legava Morgan con Battiato

Roberta, nell’intervista, chiede al fratello come definirebbe il rapporto che lo legava a Battiato. La risposta di Morgan è molto emozionante: “Un’affinità elettiva. Quando suonavamo ai concerti non era un featuring, o un evento commerciale. Si trattava di amicizia, condivisione, dibattito, scambio culturale. Era un magnete, un propulsore di cultura. Attorno a lui c’erano amici e amiche con i quali e le quali condivideva idee. Una sera mi ha portato al teatro Pier Lombardo, oggi Parenti, per presentarmi i suoi amici: erano Elisabetta Sgarbi, Enrico Ghezzi, Giulio Giorello, Luca Volpatti, Carla Bissi in arte Alice … Si trattava di un vero e proprio cenacolo”.

Esiste un erede artistico di Franco Battiato? Morgan ha un pensiero chiaro in merito: “Non c’è un erede. Ma c’è una responsabilità da parte di coloro che restano, ed io sono tra questi: quella di gestire il suo lascito fatto di inediti, testi, arrangiamenti, nei suoi hard disk. Quello che Dori Ghezzi ha fatto per Fabrizio De André. Una responsabilità enorme – perché si tratta di far continuare a vivere le sue idee”.