Sanremo: Benigni, un’ora da record che unisce l’Italia

ROMA – Roberto Benigni, ispirato dallo storico anniversario dell’Unità d’Italia, professore trascinante di storia del Risorgimento, per una volta più poeta che giullare, per niente distratto dalle due bellezze femminili sul palco, tutto concentrato a spiegare l’inno di Mameli e (lievemente) a satireggiare sul caso Ruby, è da record tv, ancora una volta. La sua ora spettacolare di lezione patria, che c’è già chi come Gianni Morandi vorrebbe in tour nelle scuole e chi come Gigi Buffon nel ritiro azzurro, ha svegliato l’Italia e rinviato l’appuntamento con la buonanotte.

E il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha apprezzato e scritto oggi a Benigni una lettera di elogi per come ha saputo esprimere il sentimento dell’identità nazionale attraverso i simboli della nazione, la storia, la bandiera, l’inno. La lezione magistrale con l’esegesi dell’inno di Mameli è stata vista ieri sera da poco meno di 20 milioni di spettatori, durante la serata del festival di Sanremo dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia. Una lettera con grandi apprezzamenti per Benigni che è riuscito, scrive il presidente, ad interpretare i sentimenti con i quali i cittadini partecipano alle celebrazioni del 150/mo dell’Unità.

Benigni ha fatto capire con il suo intervento l’ispirazione e il senso storico dell’Unità.  La sveglia all’orgoglio italiano, con l’emozione dell’inno cantato da Benigni, ha avuto commenti positivi bipartisan, da Pardi e Bersani ai ministri La Russa e Meloni, in platea all’Ariston: tutti hanno trovato Benigni straordinario, vertici Rai compresi. Quando entra in scena alle 22.30 sul cavallo bianco, auto omaggio a Telepatria international dei primi anni ’80, su Raiuno ci sono 13, 14 milioni di spettatori che al suo arrivo schizzano a 18 milioni in un crescendo ipnotico fino a sfiorare i 20 milioni, ossia 19.737.803 alle 22.42, con la percentuale anch’essa record del 65,32%.

Tutto il monologo è sopra i 18 milioni e spesso i 19. Sugli altri canali, share ai minimi termini, con Canale 5 al 3-4%, tranne che per lo zoccolo duro di Annozero, 10% di share pure con Benigni superstar. Dopo l’uscita del premio Oscar, l’ascolto fisiologicamente precipita, quasi si dimezza, arriva a 10,11 milioni, a mezzanotte è a 8 milioni e 400 mila spettatori.

La lectio di Benigni ha unito l’Italia televisiva, il viceministro Castelli, che ha fatto zapping trovandolo noioso, non è in linea con i suoi elettori, visto che tutto il Nord Italia ha avuto share superiori di circa il 10% rispetto alle altre serate del festival, con il 45% in Veneto e Friuli, 47% in Trentino, 51% Liguria e Piemonte. Amato tradizionalmente al Sud, Sanremo ieri ha sbancato con il 65% di spettatori nelle Marche, il 70% in Abruzzo, il 55% in Puglia, Toscana, Sicilia, 49% nel Lazio, Campania e Calabria.

Potenza di Benigni: il festival ieri ha avuto una platea enorme di laureati (51%) e studenti superiori (48%), attirando più giovani delle altre serate, tra i 15 e i 24 anni il festival ha avuto il 48%, dai 25 ai 54 anni il 45%, salito al 53% circa tra i 55-64 anni, e al 59% negli ultra 65 anni. Tutti share superiori alle altre serate.

Del resto Benigni da record a Sanremo non è una novità: sfiorò i 20 milioni anche nel 2002 nel festival di Pippo Baudo (19 milioni 218 mila e il 73.34%) e nel 2009 il suo show di mezz’ora superò i 15 milioni di spettatori e il 55% di share. Eppure l’ultimo passaggio tv è di soli tre mesi fa, l’8 novembre, su Rai3 superospite – a titolo gratuito – della prima puntata di Vieni via con me, con il monologo sul caso Ruby e sul futuro del governo da 9 milioni di spettatori.

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