Cervello: scuoti la scatola e mano aliena, occhi di Alice, parli straniero…

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 18 Giugno 2013 - 15:19 OLTRE 6 MESI FA
Leanne Rowe

Leanne Rowe

SYDNEY – Chi di noi non ricorda un cartone animato, un fumetto dove il protagonista riceve una botta in testa e cambia personalità, parla altra lingua, si mostra esperto di ciò che prima ignorava? Finzione artistica, certo. Ma succede davvero. O almeno qualcosa di simile può succedere. E’ successo ad esempio, ed è cronaca di questi giorni, ad una signora australiana, Leanne Rowe: caduta in coma a seguito di un incidente, quando si è risvegliata si è ritrovata a parlare con uno splendido e per lei fastidiosissimo accento francese. Una caso eccezionale spiegano i medici, ma non unico, e una caso che non ha ancora una spiegazione scientifica.

“Sindrome da accento straniero” viene definito lo stato della signora Rowe. Di casi come il suo ne sono stati recensiti solo 62 in tutto il mondo.

“Karen Croot dell’Università di Sydney – scrive La Stampa –, tra i pochi scienziati ad aver ricercato la materia, ha detto che la sindrome porta le persone appena svegliate dal coma a riabilitare le proprie funzioni linguistiche con un accento diverso. Le parti danneggiate del cervello sarebbero quelle che ospitano le funzioni linguistiche che determinano la lunghezza delle vocali o l’intensità del suono, i caratteri che determinano un accento. Si tratterebbe quindi solo di un’impressione nelle persone che ascoltano il paziente, il quale inoltre non si rende subito conto del cambio di accento finché non gli viene fatto notare”.

Come e perché questo avvenga è un mistero e, proprio per questo, i casi come quello della Rowe sono attentamente studiati da medici e scienziati ed attentamente catalogati. Studi utili non tanto a risolvere la condizione dei pazienti interessati, condizione che almeno per ora non è reversibile, ma utilissimi per tentare di comprendere meglio il funzionamento dell’organo più complesso e misterioso del nostro corpo: il cervello.

La Sindrome da accento straniero è, tra l’altro, solo uno dei bizzarri malfunzionamenti del cervello. Tanto per citarne alcuni c’è ad esempio la “sindrome della mano aliena”, condizione in cui il paziente non riesce a controllare i movimenti  di una delle sue mani che può persino schiaffeggiarlo. Questa condizione, osservata in appena una trentina di persone in tutto il mondo, si sviluppa quando una parte del cervello, ad esempio quella destra, non riconosce più quella sinistra e viceversa, rendendo i due emisferi concorrenti. Esiste poi la “Sindrome di Cotard”, documentata di recente e meglio nota come la “sindrome del morto che cammina”. Chi ne soffre è infatti convinto di essere morto, persino di emanare odore di putrefazione. E poi la “sindrome di Pica” che porta chi ne soffre ad essere attratto dal punto di vista alimentare, cioè ad aver voglia di mangiare oggetti non commestibili.

E ancora la “sindrome di Urbach Wiethe” che impedisce a chi ne è colpito di provare paura; la “sindrome da replicante”,variante di quella di Cotard, che fa credere a chi ne soffre di essere stato rimpiazzato da un replicante appunto o magari da un alieno. E, dulcis in fundo, la sindrome che fa credere di essere dei vampiri e la “sindrome di Alice” che, prendendo il nome dall’Alice nata dalla penna di Lewis Carroll, fa vedere a chi ne è affetto gli oggetti più piccoli di quello che sono.

Fin qui, la teoria. Casi famosi, saliti agli onori delle cronache, quelli di Antonio Lacasella che, dopo un infarto, ha scoperto un’inclinazione per la musica che mai aveva studiato, e quello di Jon Sarkin, medico chiropratico che, dopo un ictus, è rinato artista ed ora espone in diverse gallerie di New York.

Sindromi rare e differenti che possono anche suscitare ilarità oltre che interesse, ma patologie che danno un’idea di quanto poco sappiamo del cervello e di quanto il suo funzionamento sia per noi misterioso.