Macelleria e Complotto le bandiere del Fronte del No. Bossi, Vendola…

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 18 Novembre 2011 - 15:56 OLTRE 6 MESI FA

Umberto Bossi (Lapresse)

Maggioranza “bulgara” al Senato, 281 voti favorevoli alla fiducia al governo Monti e appena 25 contrari. Stessa scena alla Camera: 556 Sì, i No fermi a 61. Ma non è tutto oro quello che luccica e, fuori dalle aule parlamentari ma anche dentro seppur sotto traccia, il Fronte del No al nuovo esecutivo è ampio e variopinto. Dalla Destra di Francesco Storace fino a Roberto Calderoli (“meglio il bunga bunga che lo sbanca sbanca”), sino alla sinistra antagonista e indignata, passando per Nichi Vendola che ogni giorno sforna “dubbi” grosso come una casa. Dai sindacati tipo Fiom fino al vertice della Cgil , dai Cobas, passando per gli “indignati” sino agli studenti che già sono scesi in piazza, prima ancora che il nuovo governo incassasse la fiducia. Con eco e coro di sostegno che canta su Libero e Il Manifesto, su Il Foglio e Liberazione e con Il Fatto che non disdegna di fare da sponda.

Dagli intellettuali come Gad Lerner che “comprendono” il fenomeno, ai cultori delle teorie del complotto delle Banche con la maiuscola. Tutti, per una volta, pressoché concordi nelle analisi critiche al governo dei banchieri, espropriatore di democrazia. “Complotto” e “Macelleria” sono le parole d’ordine del Fronte del No. In Parlamento un’opposizione al nuovo governo esiste e, ufficialmente, si chiama Lega. Il partito di Bossi, da subito schieratosi all’opposizione, dopo aver subito lo schiaffo del ministero per la Coesione Territoriale è arrivato, con Umberto Bossi a vaticinare “saranno cacciati dalla gente”. Roberto Maroni è stato più sottile: prima una sorta di “provocazione”, “cambino il patto di stabilità ai governi locali e noi ci stiamo”. Cioè libera spesa in libera Padania. Poi: “E’ un governo di ristrutturazione politica, noi capiamo e non ci stiamo”. Cioè stanno costruendo il grande centro che è il vero nemico della Lega.

Ma il Fronte del No supera i confini del partito padano, singolarmente astioso nei confronti di un esecutivo composto quasi esclusivamente da padani, e trova terreno fertile e simpatizzanti anche all’interno di forze politiche che hanno invece votato la fiducia. Da Di Pietro che giudica il governo come il governo dei poteri forti a Vendola, che non ha votato in quanto fuori dal Parlamento ma che ha confermato l’alleanza con Pd e Idv, rimasto “deluso” dal discorso al Senato del neo premier: “le dichiarazioni programmatiche di Monti – ha detto il governatore della Puglia – rappresentano un profilo politico conservatore e anche un elemento di continuità con le politiche economiche e sociali del governo Berlusconi. A un passo dal Berlusconi/Monti al dunque della politica economica per me pari sono.

E ancora: “Non danno un messaggio positivo nei confronti dei giovani visto che rilanciano la riforma Gelmini. Francamente ci aspettavamo di più”. E con loro anche tanto Pdl sotterraneo ma non tanto e, persino del Pd, anche se dirlo è politicamente scorretto. La teoria del complotto, del governo dei banchieri contro il popolo, dell’esecutivo imposto dalle forze del male, occulte dominatrici del mondo che assumono le sembianze degli istituti bancari, è invece gridata e apertamente sostenuta dalla piazza, che già nel giorno del voto di fiducia al Senato era per strada a protestare.

Teorie che trovano spazio tra gli studenti e casse di risonanza in quotidiani molto diversi tra loro che oggi, paradossalmente, si scoprono vicini: Libero e il Manifesto, il Giornale e il Fatto. Uniti, i quattro, dalla convinzione dell’esistenza di un ordine occulto mossosi per cambiare non solo il governo italiano, ma anche quello greco, al fine di dominare il mondo. Ad onor del vero i 4 quotidiani usano, come è fisiologico, sfumature differenti, ma tutti concordano nel ritenere il nuovo governo un’emanazione del mondo della finanza usurpatrice della volontà popolare. Punto di vista sottolineato anche dalla nuova trasmissione di Michele Santoro, dove prima il blogger Claudio Messora ha smascherato il complotto che secondo lui sta alle spalle di questo esecutivo, e poi i giovani indignati hanno gridato il loro no a questo governo. Un Fronte del No che accomuna, quasi fonde, destra e sinistra.

Vero che i “banchieri” raccolgono tante antipatie da destra come da sinistra, hanno fatto molto per meritare questo risultato, soprattutto quando si pensa ai ricchi emolumenti che percepiscono. Ed è anche vero che di complotti ne esistono e ogni tanto ne sono stati svelati.  Ma invocare il complotto dei poteri forti contro il popolo ed il suo volere, oltre a riecheggiare note e testi di canzoni del secolo scorso, le “plutocrazie giudaico massoniche”, è anche una consolidata e sperimentata via di fuga da quella cosa complicata e difficile che è la realtà. Come che sia, il Fronte del No è in marcia: contro la Bocconi e le Università, contro la Finanza e i suoi Gnomi, contro il Debito da “ripudiare”, contro la Crisi “che noi non la paghiamo”, contro il governi dei “Poteri Forti” che Monti commenta “magari ci fossero in Italia poteri forti” ricordando con amarezza di essere stato lui definito a suo tempo da L’Economist “Il Saddam Hussein del business”. Contro i “Banchieri”, parola declinata con disprezzo. Con il rischio, con rispetto parlando, di preferire i governi degli “impiegati bancari” da almeno un ventennio dietro gli sportelli della politica.