Charlie Hebdo. Fanatismi religiosi figli della intolleranza

di Antonio Buttazzo
Pubblicato il 12 Gennaio 2015 - 15:26 OLTRE 6 MESI FA
Charlie Hebdo. Fanatismi religiosi figli della intolleranza

Charlie Hebdo. Fanatismi religiosi figli della intolleranza

ROMA – Ma siamo davvero certi che l’attacco di Parigi possa essere liquidato semplicisticamente come un atto terroristico? Veramente possiamo affermare che gli attentatori siano pedine armate da forze straniere che mirano, mediante il terrore e con una strategia finalizzata ad un piano contingente ed immediato , ad uno stravolgimento politico ed economico dell’Occidente?

Non sarà che forse siamo troppo imbevuti di teoria marxiana secondo cui la religione è solo una sovrastruttura ( condannata a soccombere davanti le magnifiche sorti e progressive cui ci avrebbe destinato la dittatura del proletariato) cosi da sottovalutare il fenomeno religioso dal punto di vista dell’analisi perché , in fondo in fondo, alla base di tutti i conflitti, c’è sempre un disegno ispirato da motivi politico-economici? È proprio cosi, oppure bisogna riflettere sulla potenza di un pensiero, quello islamico, in conflitto con valori che non vede suoi e che invece appartengono all’occidente laico.

Bisognerebbe riflettere un po’ di più sul fatto che gli autori dell’eccidio parigino come del resto il tagliagole dell’IS che ora vive in qualche remota petraia mediorientale, siano nati in Europa. È qui e non in Iraq o Yemen che hanno maturato la convinzione che i valori di laicità dell’Occidente , che comprendono la libertà di espressione quale parte dei diritti dell’uomo , non siano valori condivisibili ed anzi inaccettabili.

Intendiamoci, il pensiero magico e trascendente delle religioni è sempre stato intriso di elementi di intolleranza, in ogni epoca ed ad ogni latitudine. L’Occidente laico ha dovuto conquistarsi le proprie libertà, a prezzo di rivoluzioni francesi e moti risorgimentali per liberarsi dall’abbraccio mortale della Chiesa cattolica.

La cultura europea, le sue legislazioni, erano intrise fino a pochi anni fa (soprattutto quella italiana) di principi e norme affatto laiche. Poi, anche la Chiesa cattolica ha dovuto arrendersi e magari (solo nella sua componente più evoluta) convincersi della necessità di una apertura a valori diversi e più tolleranti, anche se tutt’ora, esistono per loro valori “non negoziabili” indecentemente imposti, tramite la politica, a tutti.

Hanno dovuto insomma accettare che è sul terreno della mediazione che si realizza una stabile e pacifica convivenza. L’Islam è una religione molto simile a quella cattolica.

Con quella divide l’origine abramitica oltre che la natura “rivelata” attraverso un profeta che si manifesta e sostanzia in precetti contenuti in un Libro. Ma è più giovane, meno smaliziata, più “irruenta”. Se uno chiedeva ai fratelli Kouachi, gli attentatori di Parigi, in che anno pensassero di vivere quelli avrebbero risposto nel 1393 d.c. perché è dall’Egira , cioè da quando Maometto fuggì da La Mecca per andare a Medina (622 d.c) che loro contano il tempo.

Non è che l’ Europa nel XIV secolo fosse molto più religiosamente tollerante , anzi. Lo scorrere accelerato del nostro tempo , non ha sortito alcun effetto sull’Islam. Le cosiddette “primavere arabe” sono state una bufala. E non perché il solito complotto pluto-giudaico-massonico ne abbia impedito lo sviluppo. Ma perché al mondo islamico è mancato Spinoza e Hobbes , Kant e Voltaire e tutto il formidabile apparato logico-riflessivo imposto da secoli di speculazione filosofica e fortemente osteggiato , come sappiamo, dalla Chiesa.

La “declaration des droite de l’homme et du citoyenne ” appare alle latitudini mentali dell’Islam , una cosa priva di senso. Qualche musulmano illuminato è ovvio, persegue e crede nella democrazia e nei valori di laicità. Ma non è cosi per la stragrande maggioranza di loro. La loro vita, pubblica e privata, è intrisa di precetti coranici (spesso allegramente disattesi) ed è regolata , anche nei codici dello Stato , dalla Sharia, la legge di Dio. Nella testa di Mohamed o Amhed , fluttuano concetti che nulla hanno a che vedere con la libertà di espressione o con la parità di genere o con il diritto al voto.

Le masse arabe non sanno che farsene della nostra libertà e quel che è peggio, vorrebbero ce ne privassimo anche noi. È molto più rassicurante per noi pensare che i kalasnikov di Kouachi erano gli stessi che usavano le Brigate Rosse o la banda Bader Mehinof o l’IRA. Quelli li abbiamo sconfitti e lo sappiamo. Erano terroristi che agivano per un fine concreto e destabilizzante . Il fanatismo religioso che induce una bambina di 10 anni in Nigeria ad imbottirsi di tritolo per farsi esplodere tra la folla è il frutto di una cultura dell’intolleranza che è proprio di un pensiero magico e primitivo come quello religioso.

Quello, purtroppo, è molto più difficile da combattere anche se è su quel terreno che dobbiamo fare i conti.