Salvini e Putin, un patto che imbarazza, troppo facile rinnegarlo in tv dopo il silenzio in Parlamento

di Antonio Buttazzo
Pubblicato il 3 Aprile 2024 - 15:14
salvini putin

Foto archivio Ansa

Salvini, dopo la sfiducia, rinnega il patto con Russia Unita di Vladimir Putin ma non annuncia di averlo disdetto. Il giorno prima del voto sulla mozione di sfiducia individuale, il Ministro Matteo Salvini tenta di sfilarsi dalle accuse di essere un fiancheggiatore di Putin attraverso il partneriato che lo lega a Russia Unita.

Con ciò dimostrando l’esistenza di un accordo che resta segreto e che soprattutto permane a tutt’oggi dato che le parti hanno stabilito un tacito rinnovo del Patto che li lega. “Propositi di collaborazione puramente politici” minimizza il leader padano, come se la cosa fosse per questo meno grave e non si trattasse di accordi tuttora correnti con il partito che governa un Paese belligerante, schierato su di un fronte opposto a quello italiano.

Gli incontri tra la Lega e Russia Unita risalgono al 2014, quando Putin ha invaso la Crimea e sono scattate le prime, invero blande, sanzioni contro la Russia, avverso le quali la Lega era fermamente contraria. Sarebbe stato utilissimo il contributo della destra sovranista in seno al Parlamento Europeo, dove si votavano le sanzioni e dove la Lega per Salvini aveva (ed ha) la maggioranza nel gruppo “Identità e Democrazia”.

I due partiti quindi concordarono la predisposizione di un accordo programmatico di collaborazione tra i due schieramenti politici nell’ ambito di  “un’alleanza europea tra partiti che condividono le stesse idee identitarie”. L’accordo vero e proprio venne poi siglato a Mosca il 6 Marzo del 2017, prevedeva una durata di 5 anni e si è quindi rinnovato anche dopo l’invasione dell’Ucraina del 22 febbraio di quello stesso anno.

L’intesa, di cui si conosce solo il preambolo, prevede che le parti si sarebbero consultate e si sarebbero scambiate ”informazioni sui temi di attualità e sulle relazioni internazionali”. Ma pochi sanno che un anno dopo, quando Salvini era già Ministro degli Interni, una delegazione di “giovani leghisti” guidati da Andrea Crippa, strettissimo collaboratore del leader leghista, si recò a Mosca per firmare un ulteriore accordo di collaborazione con la “Giovane Guardia” di Russia Unita.

”La nostra interazione – recita la dichiarazione dei giovani leghisti – si basa sui comuni valori culturali che condividiamo, come il mantenimento dell’identità europea e delle tradizioni di fronte alla globalizzazione. La Russia rappresenta uno dei pilastri della difesa dei valori tradizionali, cristiani e familiari in Europa”.

Insomma dal 2014 al 2018 si salda la contiguità ideologica tra la Lega e Russia Unita e soprattutto si evidenzia il contenuto politico di quell’accordo che  Salvini ha rivendicato e sbrigativamente, a poche ore dal voto di sfiducia in Senato, sconfessato, cosa accaduta durante una trasmissione televisiva e non in Parlamento, come un minimo di decenza istituzionale avrebbe imposto.