Guerra in Ucraina, testimonianza dal fronte, pensando alla moglie in attesa di morire: farai un figlio? no

Guerra in Ucraina, testimonianza dal fronte, pensando alla moglie in attesa di morire: farai un figlio? no

di Antonio Buttazzo
Pubblicato il 2 Luglio 2022 - 11:03| Aggiornato il 3 Luglio 2022 OLTRE 6 MESI FA
Guerra in Ucraina, testimonianza dal fronte, pensando alla moglie in attesa di morire: farai un figlio? no

Guerra in Ucraina, testimonianza dal fronte, pensando alla moglie in attesa di morire: farai un figlio? no

La guerra in Ucraina, la vita al fronte nella testimonianza raccolta da Antonio Buttazzo. È il racconto di un giovanotto ventenne di Leopoli, sposato da nemmeno un anno, appena tornato a casa per un avvicendamento.

Yuri è stato 40 giorni al fronte e è tornato da una settimana. Era partito volontario, ma prima di essere inviato in prima linea ha fatto un po’ di addestramento, non aveva fatto neanche il militare di leva, era ed è un meccanico.

La moglie era abbastanza contrariata all’idea che partisse volontario ma poi ha accettato la sua decisione intuendo quanto fosse forte la motivazione che lo spingeva a partire.

Come la maggior parte degli ucraini anche lui era convinto che i russi non avrebbero invaso il Paese.

Esperienza dal fronte della guerra

È stato sempre a Melitopol, ma dice che il suo battaglione è adesso impegnato a Severodonetsk dove avrebbe dovuto trovarsi anche lui se non fosse tornato anzitempo a casa.

Yuri non era mai uscito da Leopoli, se non per andare in viaggio di nozze a Kiev, 4 giorni, l’anno scorso, nel mese di luglio.

Si definisce un “patriota”. Come tutti gli ucraini, aggiunge. In effetti il senso della Patria si percepisce con forza in questo Paese.

Della sua esperienza al fronte, mi ha raccontato del trasferimento notturno verso il fronte, la paura nel percorrere centinaia di chilometri a fari spenti, l’arrivo, le consegne, e soprattutto l’attesa.

Si è portati a pensare che la vita al fronte sia sempre frenetica, ma non è così.

Ore e ore in attesa che qualcuno prenda una decisione per il giovane Yuri, che qualcuno scelga il suo destino.

L’angoscia dell’attesa in guerra

Ore e ore a chiedersi: andrò in prima linea o nelle retrovie? 

Non è la stessa cosa, e questo Yuri lo sa bene.

Chissà da chi e da cosa dipende la decisione che potrebbe porre fine alla sua vita.

I primi giorni è snervante, poi, mi dice, anche a questo si fa l’abitudine.

Poteva stare qualche giorno senza combattere, ma era sicuro che poi sarebbe toccato a lui andare in prima linea, sparare, correre, nascondersi, turarsi le orecchie e buttarsi per terra. Sapendo che una forte esplosione, anche se avvenuta la distanza di centinaia di metri, può squassarti gli organi interni senza che tu sia sfiorato neanche da una scheggia.

E di schegge volare Yuri ne ha viste tante, qualcuna anche atterrare in una gamba o nel petto di qualche suo commilitone, dice con la voce rotta dall’emozione.

Ora che Yuri è tornato a casa, per qualche astrusa norma militare che lo tiene indenne per un po’ di tempo, la moglie spera per sempre, dalle armi.

Resta il fatto che Yuri, poco più che ventenne, è dovuto diventare un uomo nel giro di pochi giorni e alla svelta.

Adesso farai un figlio Yuri? 

È stata la mia ultima domanda.

No, è stata la sua ultima risposta.