ROMA – Roma è una città improponibile per qualsiasi evento di massa.
Non ha le Avenue di Parigi né lo spirito civico di Berlino o gli spazi di Madrid.
La metropolitana funziona un giorno no e l’altro neppure.
Gli autobus sembrano collectivos sudamericani (che sono comunque più frequenti e puntuali), borseggiatori inclusi.
L’asfalto pare quello di una città mediorientale tra un conflitto armato e l’altro.
La stazione Termini è ostaggio della criminalità di mezzo mondo.
L’aeroporto di Fiumicino, quando non va a fuoco, per funzionare dipende una volta da chi scarica i bagagli, un’altra dall’estro di qualche categoria sindacale che i diritti dei lavoratori li fa valere sempre contro i viaggiatori.
Il sistema di raccolta della immondizia ricorda quello degli Slums africani.
Tra manifestazioni politiche e sindacali, civili e religiose, tra sfaccendati, pazzi esaltati, esibizionisti, pendolari della salute e del lavoro, turisti e fancazzisti, Roma attrae ogni giorno quasi un milione di persone in più rispetto ai residenti, che vanno ad aggiungersi ai residenti che già scontano sulla propria pelle decenni di politiche della mobilità fallimentari.
Poi improvvisamente, qualche mese fa, le autorità di uno Stato estero, decidono che è arrivato il tempo di un Giubileo che non promette nulla di misericordioso, almeno non a chi vive tutti i giorni in una città così complicata.
Un disagio che ovviamente non riguarderà chi il traffico, l’inquinamento, la sporcizia, l’assenza di parcheggi, lo scruta da lontano e che la città la percorre con una vettura di servizio e l’autista.
L’annuncio giubilare è stato gioiosamente accolto con commovente unanimità praticamente da tutte le componenti politiche, senza che alcuno si sia posto il problema di qualche milione di persone che questo medioevale carnevale lo deve subire.
La domanda, al netto delle genuflessioni dei politici di destra di sinistra e di centro, è questa: non sarebbe stato logico e ragionevole interpellare i cittadini romani prima di coinvolgerli in questa sciarada? Perché precipitarsi subito a promettere milioni di euro per approntare uno show planetario probabilmente funzionale anzitutto a far dimenticare i tanti scandali vaticani?
Ancora una volta, l’ingerenza pesante, incontrastata ed addirittura condivisa, di uno Stato estero sull’Italia, dimostra che questo è un Paese a sovranità limitata.