Politica sotto coronavirus. La pandemia di Covid-19 ha mandato in tilt gli antichi schemi della politica italiana. I sondaggi, per quel che valgono, raccontano gli umori del Paese, che oscillano e cambiano direzione.
Quello che rimane chiaro, al momento, è che il blocco delle opposizioni di destra, Lega-Fratelli d’Italia-Forza Italia, ondeggia. Il governo di Conte, che appare sempre sull’orlo di una crisi di nervi, può contare su di loro.
Il Salvini pigliatutto di un anno fa non si raccapezza. Dai pieni poteri del Papete all’assalto a Palazzo Chigi mancava la formalità delle urne. Il sovranismo leghista, che era a un passo dalla Storia, si è imballato.
La faccenda è roba di studio per i politologi. Ma, per quel che si vede ad occhio nudo, il peggior avversario del leader leghista è Giorgia Meloni. La Giovanna d’Arco della destra sa quel che fa. Il campo da mietere è lo stesso di Salvini.
Se il grido di battaglia è “prima gli italiani”, chi meglio di Fratelli d’Italia? La Lega delle Autonomie rompe l’unità del Paese. Gli eredi del fascismo e del MSI vogliono un Paese unito dal Piemonte alla Sicilia, sulle orme di Garibaldi.
Terzo incomodo per il figlioccio di Bossi è il semprevivo Berlusconi. Lui a essere sovranista non ci pensa nemmeno. Lui è imprenditore di taglia europea. Annusa l’aria di danari, che non puzzano mai, e bascula fra le che chiacchiere di Salvini e i decreti di Conte.
Il quale Conte, confortato dal consenso popolare, doma il suo circo di governo con l‘involontario assist dello sconclusionato Salvini e la concretezza dell’ex-Cavaliere nazionale. In attesa che arrivino i benedetti miliardi di Bruxelles.
Non può mancare il codicillo finale del Salvini che si accapiglia con la Meloni sulle candidature a governatori e sindaci per settembre. Sarà il braccio di ferro per stabilire chi comanda a destra.
La Giovanna d’Arco sembra tranquilla come chi, partendo secondo, può solo vincere. Il ministro di Papete appare un po’ confuso. L’ultimo proclama: “La politica dei porti chiusi causa migliaia di morti”. Non è Papa Francesco. È Matteo Salvini. Rinsavito dal Coronavirus?