Berlusconi, Prodi scopre di amarlo, Renzi lo adora da sempre, senza Travaglio saremmo all’oblio

di Bruno Tucci
Pubblicato il 10 Luglio 2020 - 09:42 OLTRE 6 MESI FA
Berlusconi (nella foto), Prodi scopre di amarlo, Renzi lo adora da sempre, senza Travaglio saremmo all'oblio

Berlusconi, Prodi scopre di amarlo, Renzi lo adora da sempre, senza Travaglio saremmo all’oblio

Ancora una volta è lui, Silvio Berlusconi, a tornare sulla scena politica italiana. Tutti gli tirano la giacchetta e gli fanno la corte. Da Prodi a Calenda da Renzi ad alcuni esponenti del Pd.

Perché succede tutto questo? Per salvare il governo, rispondono in tanti. E’ solo una parte della ragione, perché i motivi sono ben altri. Vogliamo dire: ognuno tira acqua al suo mulino. Insomma, non si pensa al futuro di un’Italia in crisi. Ma soltanto a coltivare il proprio orticello e farlo crescere.

Cerchiamo di spiegarci meglio per dimostrare (se ce ne fosse bisogno) che Giambattista Vico aveva pienamente ragione quando parlava di corsi e ricorsi storici. Dunque il Cavaliere. Lo aiuta Romano Prodi. Attenzione, Prodi fu colui che perse la poltrona di Palazzo Chigi. Il giorno in cui, con i “nuovi senatori” approdati alla corte di Berlusconi, dovette dire addio al premierato.

Allora perché lo fa? Il professore ha un sogno che non lo abbandona mai. Quello di salire un giorno sul Colle e succedere a Sergio Mattarella. Non è la prima volta che ci prova. Caparbio com’è vuole tentare di nuovo. Ed ecco che va in cerca di “amici”. Che potrebbero aiutarlo quando nel 2022 si voterà per la Presidenza della Repubblica.

Dovrà essere il Parlamento a pronunciarsi. E dunque il Cavaliere ne dovrebbe far parte. Come, se ora è fuori sia dal Senato che dalla Camera? Ecco il disegno. Puntare ad un governo diverso dall’attuale. In cui Forza Italia potrebbe trovare spazio.

Magari senza Berlusconi fra i banchi degli onorevoli. Ma con qualcuno dei suoi pronto a pagare il prezzo per il favore ottenuto in precedenza. Fantapolitica? Niente affatto. Semmai mediazione. O, se volete usare un termine assai di moda, chiamiamolo inciucio.

Andiamo a Matteo Renzi . Fu con Berlusconi uno dei protagonisti del famoso patto del Nazareno che li avrebbe voluti uniti nel prosieguo della legislatura capeggiata proprio dal leader di Italia Viva. Bene: ancora una volta oggi, il giovane rampante offre il suo aiuto al Cavaliere. In che modo? Si va sempre alla ricerca di un nuovo esecutivo che abbia una maggioranza diversa da quella giallorossa di oggi.

Con un governo allargato senza i Grillini e con un nuovo premier. Più semplicemente Forza Italia entrerebbe a far parte di coloro che contano. E Renzi non rischierebbe più di scomparire con il pericolo di nuove elezioni. Nelle quali la sua Italia Viva potrebbe non rientrare visto il risicato tre per cento che le attribuiscono i sondaggi.

Carlo Calenda fa un ragionamento simile. La sua “Azione” conta nel panorama politico italiano uno scarso tre per cento. Azione  è a favore di un esecutivo di grandi alleanze che possano tirar fuori dalle secche un Paese che economicamente ha l’acqua alla gola.

Viva il Cavaliere allora e rivediamo anche il conflitto di interessi che fu l’inizio della sua discesa. Italia Viva chiede una inchiesta parlamentare che faccia piena luce sulla vicenda. Per rivalutare Berlusconi? Forse, ma soprattutto per non essere inghiottita da una probabile sparizione.

Chi può aiutare in  questo disegno  l’ex premier inventore del “cerchio magico”? Risposta fin troppo facile. Maria Elena Boschi, da sempre pupilla di Renzi. Intervistata, dice testualmente: “Ora il governo Conte è davvero a rischio”. Non solo, ma se la prende anche con Marco Travaglio, direttore del “Fatto Quotidiano”,  su cui è stato pubblicato un articolo molto pesante contro Giorgia Meloni.

“Viva il partito degli ex premier”, scrive stamane “Il Foglio”. Titolo azzeccatissimo che coglie in pieno quel che sta succedendo nelle tante manovre della politica italiana. 

Dove addirittura Matteo Salvini va a caccia di una nuova sede e vorrebbe quella di Botteghe Oscure, storico palazzo del partito comunista e di Enrico Berlinguer. Unico controcanto in questa ridda di inciuci?

Lo esprime Maria Stella Gelmini, capo gruppo di Forza Italia alla Camera che afferma senza peli sulla lingua: “A Prodi dico no grazie”. In definitiva: che cosa debbono aspettarsi gli italiani i quali a settembre saranno chiamati a votare in molte regioni importanti?