Renzi e l’orologio della giustizia, Casaleggio e la giustizia fuori legge, Travaglio furioso senza giustizia

di Carlo Luna
Pubblicato il 19 Febbraio 2019 - 12:55| Aggiornato il 23 Agosto 2019 OLTRE 6 MESI FA

Italian Premier Matteo Renzi during a press conference in ‘Palazzo Chigi’, Rome, 13 June 2014. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Non lo faccio quasi mai con i politici, ma ho condiviso il post di Matteo Renzi pubblicato dopo la notizia degli arresti domiciliari per i suoi genitori. Non conosco le carte ma trovo discutibile la decisione del magistrato fiorentino. Una misura cautelare contro due anziani che non hanno precedenti penali per l’accusa di aver compilato fatture false è di per sé una preoccupante esagerazione, singolarmente tempestiva.

Renzi, tuttavia, checché ne dica il giornale di Travaglio, non ha fatto come Berlusconi. Ecco quello che ha scritto: ”Da uomo delle istituzioni dico: mi fido della giustizia. Questo è un grande Paese ed io credo nell’Italia, sempre. Non riusciranno a farmi parlar male dell’Italia, non riusciranno a farmi parlar male dei giudici. Chi vuole il mio fallo di reazione, non lo avrà. Né oggi, né mai. Da figlio: ho il cuore gonfio di amarezza”.

Sul fronte politico da registrare la vittoria di Matteo Salvini e la sconfitta dei 5 stelle spaccati a metà. L’unico della compagnia pentastellata che può essere soddisfatto è Davide Casaleggio, che ha collaudato uno degli strumenti preferiti della sua democrazia diretta. Ha nobilitato la piattaforma Rousseau come fonte delle decisioni che spetterebbero, secondo la Costituzione, al Parlamento. Si tratta di un pericoloso precedente. Un privato cittadino non delegato da alcuno e senza una qualunque investitura interviene indebitamente decidendo quello che devono fare gli eletti dal popolo.

In preda alla disperazione, invece, Marco Travaglio fa una critica feroce di tutt’altra natura. Aveva minuziosamente spiegato che i 5 Stelle dovevano votare a favore dell’autorizzazione a procedere contro Salvini e si ritrova sconfitto senza appello. Ha reagito con rabbia. Deve abbandonare il suo periodo felice di portavoce grillino e trovare nuovi bersagli.

Si sfoga con molto livore. Ecco qualche esempio. ”E’ bastato un anno di governo perché il virus del berlusconismo infettasse un po’ tutto il mondo 5 Stelle”. “Un atto non dovuto di sottomissione a Salvini: lo stesso che prende i 5 Stelle a pesci in faccia sul TAV, le trivelle e prossimamente sull’acqua pubblica”.

Impietosa la sentenza: ”Se il M5S perde la stella polare della legge uguale per tutti, gratta gratta gli resta ben poco, perché quello era il fondamento della sua diversità rispetto agli altri partiti. I quali non mancheranno di rinfacciarglielo a ogni occasione: Visto? Ora siete come noi. Benvenuti nel club. Dalle stelle alle stalle”. Grande Marco! Sei uno spasso.