Conte come Fregoli, trasformista e illusionista, ha il dietro front facile: ma tanti rimasti senza stipendio

Conte come Fregoli, trasformista e illusionista, ha il dietro front facile: ma i poltronari rimasti senza stipendio sono sul piede di guerra. Come fermarli?

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 8 Agosto 2022 - 12:33 OLTRE 6 MESI FA
Conte come Fregoli, trasformista e illusionista, ha il dietro front facile: ma tanti rimasti senza stipendio

Conte come Fregoli, trasformista e illusionista, ha il dietro front facile: ma tanti rimasti senza stipendio

Conte come Fregoli. O, se preferite, come Arturo Brachetti. Un po’ illusionista, molto trasformista. Per carità, la Politica in Italia da anni è malata di fregolismo, cioè di rapidi voltafaccia.

Da anni è in atto la tendenza a mutare frequentemente idee, atteggiamenti. La saga delle giravolte è la inarrestabile. Sono oltre 300 i cosiddetti “cambi di casacca”.

Lo stupore è minimo, l’indignazione è massima. Un vizietto persin grottesco. Oltre che triste. Ma tant’è. Nella precedente legislatura (2013-2018) è andata addirittura peggio. Ben 569 i cambi di gruppo, 348 i parlamentari coinvolti. Il record, guarda caso, appartiene ad un ex grillino, il senatore cagliaritano Giovanni Marilotti.

Cinque cambi in tre anni. Partito col M5S è atterrato nel Pd. Curiosità: è uno dei 71 firmatari (dicembre 2019) del referendum sul taglio dei parlamentari. Esito scontato: 69,96% favorevoli. Conte invece regge. Fino a quando? Le sue ultime “perle” parlano di una voglia di stare a galla che intenerisce il core. Vediamo le ultime.

 1) DOPPIO MANDATO, CLAMOROSO DIETRO FRONT DI CONTE

Ai suoi pretoriani  poltronisti per mesi ha assicurato:”Ragazzi, , tranquilli. Non temete. Vi spaventa la regola aurea che dopo due mandati si va a casa? Troveremo una soluzione”. Davanti all’aut aut legnoso di Grillo, Giuseppi ha fatto retromarcia. E con il visino di circostanza ha incassato il k.o.continuando a rassicurare i questuanti:”Va bene,  non avrete un seggio ma per me sarete più che onorevoli. Troveremo una soluzione “. Indovinate dove l’hanno mandato.

2) LA DIASPORA GRILLINA? BALLE. CHI LASCIA È UNO ZOMBIE

Nemmeno di fronte al fuggi fuggi Conte non fa una piega. Pare.  Ma rosica.  In realtà si rode l’anima. L’artificiale purezza delle origini non c’è più. Si è dissolta nel virus del Potere. Sta accadendo di tutto in questo Paese. Un esempio? Di Maio. Ha fondato un partito e si candida con un altro. Magnifico. Le colonne del M5S se ne vanno? Pazienza.

E dopo aver guidato un governo di destra, è stato visto ammiccare – sornionamente allusivo – nientemeno che con Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, un pisano che non abbocca tanto facilmente. Commovente.

3) RICICLA NEL “SUO” PARTITO I POLTRONARI RIMASTI SENZA STIPENDIO

Messo di fronte al vero dramma dei poltronari Cinque Stelle bloccati dalla regola dei due mandati ( e dunque costretti a  cercarsi uno stipendio dopo 10 anni di privilegi parlamentari ) pensa di cavarsela ancora con le promesse che – tutti! – prima o poi avranno un incarico ben retribuito nel Movimento. Ma tutti sanno che le casse piangono.

Lo sa bene, ad esempio, Paola Taverna, grillina della prima ora, romana di Torre Maura, vicepresidente del Senato dal marzo 2018, addirittura vicaria di Giuseppe Conte.

Prima di intrupparsi nel calderone parlamentare dichiarava (2012) un reddito di 16mila euro lordi, circa mille euro al mese. Nella dichiarazione ultima (2021) si leggono 192mila euro. Un bel salto. Complimenti.

Stessa sorte per altri Grillini doc, come Roberto Fico (redditi zero) o come Vito Crimi che a stento arrivava ai 1500 al mese, ora ne prende il doppio di solo rimborso spese. Un bel problema per il “Fregoli de noantri”. Psicodramma  alle porte.