Elezioni presidenziali Francia, Macron ha la vittoria in pugno ma con Marine Le Pen è record estrema destra

Elezioni presidenziali Francia, Macron ha la vittoria in pugno grazie ai voti di Melenchon ma Marine Le Pen ha fatto un record per l'estrema destra.

di Giampiero Martinotti
Pubblicato il 11 Aprile 2022 - 12:14 OLTRE 6 MESI FA
Elezioni presidenziali Francia, Macron ha la vittoria in pugno ma con Marine Le Pen è record estrema destra

Elezioni presidenziali Francia, Macron ha la vittoria in pugno ma con Marine Le Pen è record estrema destra (Foto d’archivio Ansa)

“Pas elle”, grida a tutta pagina l’Humanité, ultimo quotidiano comunista del mondo occidentale. Normale: con tutti i suoi difetti, il Pcf appartiene ancora alla democrazia repubblicana e invita i suoi a votare Emmanuel Macron.

La sinistra radicale non ha un quotidiano, ma il suo leader, Jean-Luc Mélenchon, cambia registro rispetto a cinque anni fa. Allora, restò ambiguo. Domenica sera è stato esplicito, pur rifiutando di pronunciare le sei lettere del presidente uscente: “Non un solo voto per l’estrema destra”, ha ripetuto per tre volte. Segno che il pericolo Marine Le Pen non è campato per aria.

Elezioni presidenziali Francia: Macron ha la vittoria in mano

Ma alla lettura dei risultati del primo turno, posso anche sbilanciarmi: Emmanuel Macron ha la vittoria in mano. Non come cinque anni fa (63,1 % dei suffragi), ma con un minimo di sicurezza. Nelle due settimane che ci separano dal ballottaggio tutto può ancora succedere.

Tuttavia, i dati del primo turno lasciano pensare a una riconferma: secondo le proiezioni, al momento in cui scrivo, Macron ha, più o meno, 5 punti di vantaggio sulla leader di estrema destra, due in più rispetto al 2017. E nessun sondaggio la dà in testa il 24 aprile.

Marine Le Pen porta l’estrema destra francese a un risultato record

Resta un fatto: Marine Le Pen ha realizzato il miglior risultato del suo partito nella storia del dopoguerra. Non è poco. Il voto dei francesi ha confermato, anche se solo in parte, le previsioni della vigilia: l’estrema destra vale poco più del 32 per cento, una cifra enorme.

Eric Zemmour, il giornalista fautore di tesi complottiste e di una violenta campagna anti-musulmana, ha di fatto aiutato Marine Le Pen a costruirsi una falsa immagine di moderata, ma ha anche contribuito ad alimentare uno spostamento a destra di tutto lo scacchiere politico. E’ un elemeno che dovremo tener d’occhio nei prossimi mesi.

Elezioni Francia: la sconfitta dei partiti tradizionali

I partiti tradizionali, i rappresentanti della destra moderata e della socialdemocrazia, sono stati spazzati via: Valérie Pécresse, figlia politica di Jacque Chirac, ha ottenuto meno del 5 per cento. La sindaca socialista di Parigi, Anne Hidalgo, è andata sotto al 2 per cento.

Destra e sinistra hanno ancora un senso ? Forse sì, ma solo se declinate nella loro versione più radicale, come dimostra, a sinistra, il successo di Jean-Luc Mélenchon: poco credibile con il suo anti-atlantismo o il suo sostegno a Chavez e Maduro, senza contare le ambiguità sul regime di Putin, è stato l’unico a raccogliere i consensi di quel che resta della gauche.

I progressisti, di tutte le tendenze, compresi i gruppuscoli trotzkisti, non arrivan al 30% dell’elettorato. Infine, va sottolineato il dato di Macron, superiore a quello di cinque anni fa. Ha sparigliato le carte e ridisegnato il panorama politico, senza però riuscire a creare un partito capace di sostenere le sue idee. Ha avuto un successo forse superiore alle attese, ma non può dormire sugli allori: favorito per il 24 aprile, non può permettersi nessun errore.