Ma alla Rai ci sono o ci fanno?

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 4 Marzo 2011 - 21:15 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Ci sono o ci fanno? La domanda sorge spontanea nell’apprendere che la Rai di Masi e Berlusconi ha deciso di bloccare la messa in onda dello spot di lancio del film ” Silvio forever”. Per altro si tratta di un’opera curata dai registi Faenza e Macelloni, persone di rara raffinatezza culturale, e tratta da un soggetto scritto dai giornalisti del Corriere della Sera Stella e Rizzo, autori del best seller La Cast, per citare solo una delle loro opere più conosciute.

Nella Rai di oggi può andare in onda ogni schifezza, si possono presino mandare in onda le videocassette del presidente medesimo, a lui è anche concesso di telefonare in diretta quando e quanto desidera, però non è possibile trasmettere uno spot che sarà ovviamente trasmesso da tutte le reti che non sono di sue propiet, anzi non possiamo neppure ecludere che qualche trasmissione Mediaset si prenda la briga di prendere per i fondelli i tagliatori di spot della Rai.

Quella che un tempo era l’azienda di servizio pubblico è ormai diventata un satellite della galassia Mediaset, una sorta di figlia di secondo letto, per altro poco amata ed usata per i servizi meno nobili.

Quello che più sconcerta è la motivazione adottata: prima si è parlato della necesità di far visionare lo spot all’ufficio legale, poi, prima che il ridicolo travolgesse anche il cavallo di viale Mazzini, hanno cambiato versione ed hanno spiegato che non si trattava di censura, ma solo di opportunità.

“Peggio il taccon del buso”, come si usa dire dalle mie parti, perchè proprio in questa frase sta la conferma della avvenuta censura. Cosa altro significano le ragioni di opportunità? Non sarebbe stato meglio allora parlre di ragioni di ossequio e di obbedienza all’editore unico di riferimento? Cos’altro è la censura se non la eliminazione preventiva di tutto quello che può dispiacere al capo supremo?

La realtà, comica e tragica insieme, è che nella Rai di oggi hanno ormai perso il controllo dei nervi, ancor più dopo Sanremo, perchè le esibizioni di Luca e Paolo delle Iene non sono state perdonate a quei militanti berlusconiani che si sono fatti beffare dal duo comico, che, per altro, lavora serenamente nelle reti Mediaset.

A questo punto il sentore Butti dovrà cambiare la sua bozza di regolamento per i programmi rai, introducendo un emendamento che potrebbe recitare più o meno così:” In tutti i programmi , previsioni del tempo incluse, è fatto divieto di nominare il nome di Silvio invano, e comunque di lui potrà parlare solo Lui medesimo o di persona o attraverso l’invio di apposite cassette già comprensive di domande e di risposte… L’orario e i giorni di trasmissione saranno comunicate con apposito foglio d’ordine dai competenti uffuci del Minculpop, anzi del Minzulpop”.

Amen!