Italia e Gemania questa volta giocano assieme

di Gustavo Piga
Pubblicato il 16 Gennaio 2012 - 09:35 OLTRE 6 MESI FA

Immaginate una squadra di calcio che stia perdendo due a zero in casa. Il pubblico rumoreggia e protesta per la scarsa prestazione. I giocatori sono sempre più nervosi ed il gioco s’incarta. Fioccano le ammonizioni.

Ora entrano in campo un paio di nuovi giocatori. Cresce flebile la speranza sugli spalti.

A ragione. Con uno scarto di fantasia uno dei nuovi arrivati spedisce in rete ed accorcia le distanze. È 1 a 2. Il pubblico tifa, si riscalda, la squadra migliora.

Ma proprio quando riparte il gioco uno dei nostri ammoniti viene espulso. Forse l’ammonizione non è giusta, l’arbitro ha esagerato in quel momento, ma non c’è dubbio che l’espulso se lo sia meritato. Troppi falli fatti in precedenza.

Siamo in 10. Il pubblico si deprime nuovamente.

Ma chiunque conosca il calcio sa che quando la squadra gioca in 10 accanto alla disperazione sorge anche la speranza. Non sarebbe la prima volta. La squadra si unisce, compatta, solidale, motivata. Ritrova energie perdute ed un senso della vittoria. La squadra c’è. Il gioco pure. La difesa è solida e permette di sperare. Ma bisogna segnare, la difesa da sola non basta.

Si può fare. Basta restare uniti. Raddoppiare le energie. Sorprendere l’avversario. Il pubblico non fischia più. Non applaude. Aspetta. Non giudica. Spera e crede.

Un gol non basterà per vincere. Ma per andare ai supplementari. Per dare il segnale che si può fare.

Lì i giocatori si ritroveranno. Per rifiatare. Parlarsi. Incoraggiarsi. Riscrivere la nuova strategia di gara. I ruoli reciproci. Senza barricate, che sennò si perde.

E se spesso si arriva ai rigori, è anche successo che si vincesse prima degli stessi. Direi 4 a 3, se non fosse che stavolta Italia e Germania giocano assieme.

ATTORI

La squadra: i paesi dell’euro.

Il pubblico: i mercati.

Le riserve che entrano: Monti e Rajoy.

Il gol del 2 a 1:Monti, due giorni fa, che sveglia la Merkel sulla lotta per la crescita.

L’espulso: non è importante chi.

L’arbitro: l’agenzia di rating.

La difesa: la BCE.

Il gol del 2 a 2: un’altra magia, magari la messa in opera del fondo permanente salvastati (Esm).

La pausa prima dei supplementari: il Consiglio Europeo.

La nuova strategia di gara: a sorpresa, come dice un mio caro amico che lavora nei mercati finanziari a Londra, a tenaglia. Dal lato della domanda con una politica fiscale espansiva, dal lato dell’offerta con le riforme. Se ci crede lui ci credo anche io. Altro che austerità.

Le barricate: l’austerità

I ruoli reciproci: sulla domanda faccia più la Germania, sull’offerta più l’Italia.

La vittoria: l’euro salvato con la crescita.

Si può fare. Certo. Coraggio.