La ricetta del buon giornalismo di Cesare Lanza: curiosità, indipendenza…scrivere? Un optional

di Cesare Lanza
Pubblicato il 15 Settembre 2018 - 09:22| Aggiornato il 17 Settembre 2018 OLTRE 6 MESI FA
La ricetta del buon giornalismo, di Cesare Lanza: curiosità, indipendenza...scrivere? un optional

La ricetta del buon giornalismo, di Cesare Lanza: curiosità, indipendenza…scrivere? un optional

La ricetta del buon giornalismo, secondo Cesare Lanza. Per iniziare, un po’ di citazioni:

“La fortuna non esiste: esiste il momento in cui il talento incontra l’opportunità.” (Lucio Anneo Seneca)

“Così divenni un giornalista. Ho odiato farlo ma non ero riuscito a trovare un lavoro onesto.” (Mark Twain)

“Il giornalismo è il contatto e la distanza.” (Hubert Beuve-Méry, fondatore di Le Monde)

“Il mondo ricompensa più spesso le apparenze del merito che il merito stesso.” (François de La Rochefoucauld, Massime, 1678)

Poi la domanda chiave. Buon giornalismo? Ai giovani consiglio sempre le semplici regole, elementari, di una volta. O forse non vanno più bene? Forse sono cambiati i tempi e ciò che era valido quando dirigevo giornali – alcuni lustri fa – oggi non è più valido e ormai io sono diventato più o meno un vecchio arnese, fuori dalla realtà.
La realtà, oggi, dice che i giornali quotidiani sono in crisi: copiosi i licenziamenti, sempre più rare le assunzionia tempo indeterminato. E le assunzioni sempre meno rispondono a criteri di qualità e di merito, sempre più spesso a indicazioni e pressioni di potere, strategie editoriali, politica, finanza, ecc. Ai giovani, che spesso me le chiedono, interessano ancora i miei consigli elementari?
Il mio unico vanto a conclusione di carriera (e vita…) è questo: non ho mai, sottolineo mai, assunto un giornalista perché mi era stato “raccomandato” da qualcuno. E buttavo nel cestino il curriculum di circostanza che mi portavano. Mi era sufficiente un colloquio diretto, qualche minuto se non intravedevo almeno un lampo di luce; mezzora, un’ora al massimo per intuire talento e potenzialità . Assumevo al volo, e via!Raramente mi sbagliavo. Ho ingaggiato e lanciato molti giovanotti imberbi, che poi sono diventati giornalisti importanti e famosi. Criterio educativo per tutti: bastone e carota. Li massacravo se erano colpevoli di sciatterie e superficialità , li esaltavo e galvanizzavo di fronte anche a minime prodezze.
Sei modesti indirizzi. Ecco i miei consigli:

1. La qualità fondamentale in un giornalista non è saper scrivere, ma la curiosità , per scoprire le notizie. Qualcuno che scrive o riscrive si trova sempre.

2. Non fermarsi mai di fronte alla verità ufficiale, indagare su ogni possibile retroscena.

3. Indipendenza mentale totale, nessun condizionamento politico, sociale, religioso, ecc. Mai faziosi, mai pregiudizi.

4. Rispetto della persona: non criminalizzare o assolvere nessuno frettolosamente.

5. Ironia, autoironia e umorismo.

6. Scrivere – sempre – con chiarezza assoluta, mettendosi dalla parte dei lettori. Su tutto questo, e altro, torneremo: qualora voi lo vogliate, come dice Paolo Bonolis (per poi fare, giustamente, come crede).