Berlusconi, Dell’Utri, Scajola, Previti: fecero Forza Italia ma che partito era?

di Lucio Fero
Pubblicato il 12 Maggio 2014 - 13:00 OLTRE 6 MESI FA
Silvio Berlusconi (foto Lapresse)

Silvio Berlusconi (foto Lapresse)

ROMA – Silvio Berlusconi, riconosciuto con sentenza definitiva colpevole acclarato di frode fiscale allo Stato. Un presidente del Consiglio, un capo di governo condannato per aver “fregato” lo Stato. Ha fondato, creato, voluto Forza Italia di cui è padre, padrone, guida e leader.

Marcello dell’Utri, riconosciuto con sentenza definitiva colpevole di aver garantito alla mafia il “pizzo” che Berlusconi volentieri pagava in cambio di protezione e di aver garantito a Berlusconi l’immunità e invulnerabilità dalla mafia. Di ForzaItalia organizzò fin dal principio la colonna vertebrale, di Forza Italia fu fin dall’inizio il “braccio” e un po’ anche la mente.

Claudio Scajola, di Forza Italia ufficialmente il “raccoglitore di voti”. Ex ministro degli Interni che ora è accusato di aver aiutato “l’amico latitante” (definizione di Berlusconi) a continuare a scappare e soprattutto di averlo aiutato a “fregare” la giustizia italiana che cerca lui e i suoi soldi accumulati, sempre secondo l’accusa, anche in affari più o meno esterni con la ‘ndrangheta calabrese.

Cesare Previti, il quarto del quartetto originario, l’uomo condannato in via definitiva per aver corrotto i giudici, l’uomo che corrompeva i giudizi pagando sentenze a favore di Berlusconi.

Questo il quartetto dei padri originari di Forza Italia. Quel partito per il quale ancora un anno fa votava circa un votante su tre alle elezioni politiche. Piano dunque quando si afferma che l’elettore è come il cliente al negozio e che “ha sempre ragione”. Ha sempre diritto e libertà sempre deve avere l’elettore. Ma non sempre ha ragione. L’elettore italiano infatti, moltissimi elettori italiani per venti anni buoni non si sono domandati che partito, che roba era una cosa con quei quattro padri e fondatori. Era una domanda che non interessava e non interessava neanche la risposta. Piano dunque nel raccontarci che c’è una Casta da galera e una Gente da paradiso. In Italia purtroppo Casta e Gente sono fatti l’uno a misura dell’altra.