Consultazioni nel segno di Cipro e quei 40 mld che non scaldano il cuore del web

di Lucio Fero
Pubblicato il 20 Marzo 2013 - 15:11 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Sarà un caso, fortuito e pure maligno, ma le consultazioni per formare il nuovo governo italiano si aprono sotto il segno di Cipro. Cipro? E a noi di Cipro che ce ne cale, che ce ne viene, che mai ci tocca e ci azzecca? Di Cipro poco e niente, però del restare senza un governo vero al tempo dei grandi debiti che nessuno paga, di questo ce ne cale, ce ne viene, ci tocca e ci azzecca. E aggiungeteci anche un purtroppo che, purtroppo anche lui, sta sulla situazione come il cacio sui maccheroni. Cipro oggi, la Slovenia domani e la Grecia che non ha mai risolto e color che nel mondo, grandi e piccoli, risparmiatori e speculatori, hanno in tasca il 35/40% del debito pubblico italiano, qualcosa come 7/800 miliardi di euro. In assenza di un governo vero in Italia, questi potrebbero decidere di “tornar liquidi” sul debito italiano, cioè di vendere quello che hanno di titoli tricolore. E di non comprare più la loro fetta quotidiana di debito italiano. Ogni giorno dell’anno in media l’Italia ha bisogno di qualcuno che le presti un miliardo di euro, senza un governo vero a Roma passa la voglia e viene il dubbio se proprio farlo questo prestito quotidiano.

Ecco perché ci serve, serve all’Italia un governo subito, più in fretta possibile. Lo dicono in molti ma si fermano qui, a metà della verità. La verità tutta è che serve un governo subito e anche un governo vero. Il “fate in fretta” forse si può fare, il governo vero è praticamente escluso di possa fare. Forse è per questo…pudore, reticenza, dissimulazione…che tutti o quasi si fermano alla prima metà della verità, alla mezza verità. Ci si sta consultando infatti sul mezzo governo possibile. Per un governo vero e pieno, ripassare. Più di mezzo governo l’Italia oggi non può avere perché l’elettorato prima e il parlamento poi sono fatti di tre minoranze in cerca di rissa.

Minoranza è M5S che giudica per se stesso mortale e infame ogni collaborazione di governo con “i partiti”. Minoranza è il Pdl che giudica per Berlusconi mortale ogni governo che non gli prometta e garantisca immunità giudiziaria. Minoranza è il Pd che giudica per se stesso esiziale e infame ogni alleanza di governo con Berlusconi e senza Grillo. Sanno tutte e tre le minoranze quel che dicono e quel che fanno, i loro rispettivi giudizi sono coerenti e perfino comprensibili. Alla sola condizione di giudicare la salute, le sorti e il futuro di M5S, del Pdl o del Pd come il “valore primo e non negoziabile”. Insomma, affoghi pure l’Italia ma Grillo non si sporca con nessuno. Oppure: se non mi danno il salvacondotto che nessuno governi l’Italia è il “muoia Sansone con tutti…gli italiani” di Berlusconi. O anche il Bersani che: piuttosto che governar con Berlusconi prendo la cicuta e con me lo faccia tutto il paese.

Quindi avremo un mezzo governo, forse anche meno di mezzo. Un governo di nessuno, così andrebbe chiamato più che governo istituzionale o del presidente. Ma c’è davvero in giro in questo paese la percezione, l’idea di quanto costi, di quale sia il danno indotto dall’avere un mezzo governo, anche meno? Non si direbbe, proprio no. Al contrario, si registra una indifferenza all’argomento, indifferenza “alta” e “bassa”, ad ogni livello e stadio della pubblica opinione. Si leggono su grandi quotidiani riflessioni sulla inutilità e caducità di termini e parametri quali “stabilità e governabilità”. Riflessioni su come innovando non si possa “restare all’800” quanto a concezione della democrazia. Riflessioni su come il Belgio ce l’abbia fatta a restare a lungo senza governo e su come occorra ora ovunque, in Europa e nel mondo, un governar non dei governi ma dei popoli. Al netto delle molte letture che sottendono simili riflessioni, solo e soltanto una griglia letteraria “alta” per difendere e teorizzare l’irrealtà di un governo Bersani-Grillo e magari viceversa, Grillo-Bersani. E se questo governo non si può fare, che non si faccia governo. Quindi molta intelligenza non intellige quanto costa e quale il danno del mezzo governo anche meno, predica anzi il niente governo come somma innovazione.

Così la “intelligenza” o almeno la parte più militante e riflessiva di questo corpo sociale d’élite. E il più popolano “popolo del web”? Popolo che ha cuore che non si scalda di fronte a oggetti freddi quali governo e annessi. Un solo esempio: ogni giorno si legge di negozi che chiudono e l’esperienza visiva di ciascuno conferma. Ogni giorno si legge di aziende strozzate, di aziende che stanno per chiudere o hanno chiuso perché lo Stato, la Pubblica Amministrazione non ha pagato e non paga il lavoro, le merci e i servizi che le aziende hanno già fornito. Ogni giorno si sa e si piange per i tre milioni di disoccupati che rischiano forte di diventare di più e per i sottoccupati, i precari…Un po’, solo un po’ di questo dramma diffuso e quotidiano viene appunto dallo Stato che non paga i suoi debiti.

Ora pare che possa pagare, in sei mesi. L’Europa ha detto all’Italia: puoi farlo, anzi devi. Il governo rimasto, avanzato per così dire dalla passata legislatura, potrebbe farlo. Si potrebbero, si possono pagare 40 miliardi in sei/nove mesi. Significa negozi che non chiudono, aziende che sopravvivono, posti di lavoro che restano, contratti e commesse che vengono rinnovati. Basta che Grillo, Bersani e Berlusconi dicano esplicitamente in Parlamento a Monti: vai, paga. Ma di questi 40 miliardi, con qualche eccezione, al mondo dei telegiornali, dei talk-show e della carta stampata interessa poco o nulla. Eppur son carne sangue della gente, ossigeno o asfissia. E per questi 40 miliardi il cuore del popolo del web non batte: governare davvero senza indignarsi non è evidentemente cosa che scalda quel cuore.