Emanuela Orlandi. Marco Fassoni Accetti, voce del mistero, flauto della tv

di Pino Nicotri
Pubblicato il 2 Dicembre 2013 - 08:31 OLTRE 6 MESI FA
Emanuela Orlandi. Marco Fassoni Accetti, voce del mistero, flauto della tv

Marco Fassoni Accetti il giorno della prima Comunione: due fiocchi incongrui

Nel mistero di Emanuela Orlandi, il ruolo che Marco Fassoni Accetti si è attribuito e un po’ giornali e tv gli hanno fatto e lasciato assumere, merita una analisi critica. Troppe sono le zone d’ombra, troppe le contraddizioni.

In un precedente articolo, ho continuato ad assecondare il gioco di Marco Fassoni Accetti anche dopo la disfida a Radio Radicale finita in battibecco. Ho infatti lasciato che entrasse nel mio gruppo Facebook dedicato a Emanuela Orlandi e che vi postasse altre belle accuse. E così alla fine il quadro è sufficientemente chiaro. Chiaro e ben documentato. Tale da poterci porre due domande e formulare delle risposte.

PRIMA DOMANDA – E’ possibile che il signor Marco Fassoni Accetti scambi, e spacci, il possibile per il certo, l’ipotesi con la tesi, il dubbio con l’affermazione, per giunta apodittica?

Per rispondere, procediamo per singoli punti, che vanno però sommati a quelli già elencati per “l’incontro” a Radio Radicale, e quindi li segniamo in prosecuzione aritmetica. Le domande da 1 a 5 si trovano qui.

6) – Il 9 novembre è lo stesso Marco Fassoni Accetti ad avere postato come commenti nel mio gruppo Facebook alcune mie frasi nelle quali ipotizzavo che Pietro Orlandi per le sue partecipazioni come ospite alla trasmissioni televisive potesse essere retribuito. Marco Fassoni Accetti  li ha postati sostenendo energicamente che io in quegli scritti e commenti mi macchio di “diffamazione continua” perché vi avevo affermato – ripeto: AFFERMATO, non IPOTIZZATO – che Pietro Orlandi viene sicuramente pagato.

È come dire che se Marco Fassoni Accetti  dovesse ipotizzare che domani forse piove qualcuno sostenesse invece che ha affermato che domani pioverà di sicuro! Dove sia la diffamazione è un bel mistero. Forse la mia espressione, chiaramente ironica, era ambigua, ma è un fatto che Marco Fassoni Accetti  chissà perché l’ha interpretata nel modo peggiore. Ecco infatti cosa scrive nel link indicato poco fa:

Marco Fassoni Accetti: “Nicotri lei non ha ipotizzato lo ha dato per certo, pur se con i suoi sistemi ipocriti da fariseo piccolo borghese, che dice e non dice”.

Può darsi che io a volte usi “sistemi ipocriti da fariseo piccolo borghese, che dice e non dice”. Ma se io le cose le dico e non le dico, come fa Fassoni accetti a dire che le ho dette? Gliel’ha ordinato il medico di interpretarle come fa comodo a lui, cioè nel senso peggiore? L’ho forse nominato esegeta e interprete del mio pensiero autentico? L’unica cosa certa, ed evidente, è che Marco Fassoni Accetti  pesca nel mio “dire e non dire” le cose che a lui fanno comodo per poi precipitarsi a gridare che io le ho dette.

Qui è anche il caso di chiarire una volta per tutte una cosa ben precisa. Pietro Orlandi ha sei figli ed è già in pensione, anzi è un prepensionato perché in pensione ci è andato più o meno a 57 anni di età. Pietro Orlandi non mi risulta sia ricco né di famiglia ricca. Potrebbe essere ricca la moglie o la famiglia della moglie, sta di fatto che anche la moglie lavora. Nella stessa banca, da una trentina d’anni, che è la banca vaticana, detta Istituto delle Opere di Religione (IOR).

Cosa c’è di male o fuori luogo nell’eventuale farsi pagare – come del resto è uso comune e normale – quando si è ospiti quasi fissi di un programma televisivo? C’è sotto anche un probema di diritto all’immagine, tanto è vero che per una comparsata occasionale un solerte funzionario della Rai raccoglie firme di rinuncia proprio al pagamento di eventuali diritti. Ma chi è sempre lì diventa una specie di collaboratore e va retribuito. “Chi l’ha visto?” con la saga orlandiana ci guadagna di sicuro: per quale motivo non dovrebbe quindi pagare adeguatamente Pietro o chi per lui? Mistero.

Pietro Orlandi non ha alle spalle una famiglia paterna benestante come quella che ha invece Marco Fassoni Accetti , anche grazie alla quale ha potuto coltivare le sue passioni artistiche, per esempio potendo usufruire del locale di notevoli proporzioni della famiglia. Grande locale che oltre a bar, ristorante, palco per suonatori e altri spazi comprende anche una scuola di recitazione. Dove forse Marco Fassoni Accetti  potrebbe avere studiato recitazione e imparato magari anche a recitare bene. Bene e non solo in piece teatrali. A volte nella vita è utile saper recitare almeno un po’. O no? Per esempio, non si travestiva da prete recitando così la parte del sacerdote? E non si è camuffato da Roberto Benigni per recitarne l’imitazione in un programma televisivo? Lui inoltre è anche un regista. Quindi è lecito pensare che le sue iniziative le prepari con una adeguata regia. O no?

7) – Stesso discorso per le mie frasi, riportate da Marco Fassoni Accetti  a Radio Radicale e da lui postate in Facebook, riguardo il fatto che il programma “Chi l’ha visto?” ha un tale incasso di quattrini dalla pubblicità, alcune decine di miloni di euro l’anno, da poter eventualmente provocare da parte di qualcuno il ricorso all’ingaggio di “telefonisti flautisti” per un supporto a base di clamorosi colpi di scena.

Marco Fassoni Accetti si è sentito chiamato in causa, perché è lui che ha consegnato il pacco dono del “flauto di Emanuela”. E, a detta di “Chi l’ha visto?”, ha molto probabilmente già telefonato alla redazione di quel programma il 4 maggio 2011 per “rivelare” che il sequestro di Mirella Gregori è legato quello della Orlandi.

“Rivelazione” vecchia come i cucco e già buttata nella spazzatura dal giudice istruttore Adele Rando molti anni fa. In effetti, ad ascoltare quella telefonata, pare di sentir parlare se non Marco Fassoni Accetti uno che lo sa imitare molto bene. Io ho fatto solo un’ipotesi, ovvia e inconfutabile.

A voler essere pignoli, a “Chi l’ha visto?” sospettano che sia sempre Marco Fassoni Accetti ad avere fatto anche un’altra telefonata anonima, il 30 maggio di quest’anno, nella quale si vanta, particolare interessante, di essere anche il telefonista “del 2008” e del “1983, settembre”.

8) – Sulla base delle “rivelazioni” del volenteroso Marco Fassoni Accetti i magistrati hanno ripreso a indagare per verificare se davvero le due scomparse – quella di Emanuela  Orlandi e quella di Mirella Gregori – sono collegate o no. Si tratta, come si suol dire, di un’ipotesi giudiziaria. Solo di un’ipotesi, almeno per ora. Che può finire di nuovo nel nulla, cioè archiviata o esclusa, o può essere confermata dal magistrato dell’accusa con l’invio delle sue conclusioni al giudice dell’udienza preliminare. Che può cestinare il tutto o disporre il rinvio a giudizio.

Nel qual caso c’è da aspettare la sentenza di primo grado e magari anche quella del processo di appello e quella finale della Cassazione per sapere se i due casi sono collegati o no. Il volenteroso Marco Fassoni Accetti  invece confondendo la realtà con le ipotesi, cioè con i suoi desideri, a Radio Radicale ha affermato che l’attuale ipotesi giudiziaria dei magistrati Giancarlo Capaldo e Simona Maisto è la DIMOSTRAZIONE che i due casi sono collegati! Dopo averlo detto a Radio Radicale il giorno 8, il giorno dopo lo ha ripetuto nel mio gruppo Facebook dedicato a Emanuela Orlandi:

Marco Fassoni Accetti: “Per quanto riguarda il collegamento del caso Orlandi con il caso Gregori, il signor Nicotri lo ha sempre escluso appellandosi ad una sentenza del giudice Rando che negava tale suddetto rapporto. Ma gli attuali inquirenti hanno superato quella sentenza e hanno ottenuto nuovi elementi sui quali indagare e verificarne l’autenticità. È questo che io ritengo apodittico, il fatto che esistano nuovi indizi evidentemente importanti al punto di aver fatto aprire una istruttoria. Ed è chiaro che ogni istruttoria è sempre una “ipotesi”, che si scioglierà diventando tesi nel momento che la stessa istruttoria avrà conclusione. Per cui il signor Nicotri, nella risposta alla signora Pezone, fa uso di un paralogismo e deve piuttosto prendere atto che, se questi nuovi indizi hanno permesso di superare la sentenza Rando, il collegamento tra la Orlandi e la Gregori non è poi così impossibile, peregrino e addirittura ridicolo, come il giornalista ci vuol far credere da mesi. Egli non sa nulla di tale collegamento in esame rispetto alla Procura, ben più qualificata a giudicare ed a conoscenza di quegli elementi che il suddetto ignora completamente.

9 novembre alle ore 18.59″.

Fine della sec0nda puntata.

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