Guerre in Libia e in Iraq: stessa macchina delle menzogne

di Pino Nicotri
Pubblicato il 3 Maggio 2011 - 07:32 OLTRE 6 MESI FA

Ovvio che Berlusconi accetterà i paletti e una data limite: così non solo avrà una giustificazione impeccabile con Obama e Napolitano per sfilarsi dalla trappola libica, tesaci dalla Francia, ma incasserà voti facendo fare alla sinistra la figura dei guerrafondai. Del resto, se ci si lascia ancora guidare dai D’Alema e Veltroni… Ovvio che lo stesso Bossi che oggi minaccia il governo Berlusconi si guarderà bene, come sempre, dal creargli veri problemi, sicuramente troveranno “la quadra” all’ultimo o al penultimo momento. Naturalmente saremmo felici di sbagliare. Ma Bossi non ha mai mostrato di avere istinti suicidi e Berlusconi è un maestro nel tenere a libro paga non solo le bonazze del bunga bunga e dell’Olgettina.

Purtroppo i nostri leader di sinistra leggono poco e male, e studiano peggio. D’Alema si vanta di avere letto gli scritti del grande stratega militare cinese Sun Tzu. Ma è evidente che non ha capito un’acca, deve avere scambiato Sun Tzu per Topolino o l’Intrepido o Tex Willer. Se studiassero, e capissero, saprebbero che – è un classico – le guerre servono a compattare il fronte interno soprattutto di chi le inizia, riducendo di molto lo spazio per le opposizioni o trovando la scusa buona per ridurle in vario modo al silenzio. La nostra guerricciola alla Libia non fa eccezione. Berlusconi mandando i nostri aerei a bombardare si è politicamente rafforzato. E non di poco.

Il capo dello Stato gli ha infatti offerto una sponda inaspettata, che oltretutto spiazza quella che dovrebbe essere la sinistra o almeno il centrosinistra. Finché “i nostri ragazzi” sono al fronte, sia pure per ora solo aereo, di mettere in difficoltà vera Berlusconi non se ne parla. Difficile che la Lega lo molli davvero se perderanno le elezioni a Milano. Con una guerra in corso o incombente anche con la “data limite” voluta da Bossi chi oserà a quel punto tentare di far cadere dalla sella di palazzo Chigi il Cavaliere, con Giorgio Napolitano che dall’alto del Colle gli copre le spalle? I magistrati? Verrebbero travolti dal “patriottismo”, se non dall’accusa di tradimento, senza neppure dover fare la fatica di aizzargli contro un Ferrara o uno Sgarbi, un Minzolini o un Sallusti…