Rivoluzione dei garofani, Luis Macedo, uno dei leader, muore di Covid in esilio in Mozambico

di Pino Nicotri
Pubblicato il 17 Novembre 2020 - 12:18 OLTRE 6 MESI FA
Rivoluzione dei garofani, Luis Macedo, uno dei leader, muore di Covid in esilio in Mozambico

Rivoluzione dei garofani, Luis Macedo, uno dei leader, muore di Covid in esilio in Mozambico

Il Covid s’è portato via anche il colonnello Luís Macedo Fu membro di punta del gruppo di ufficiali dell’esercito portoghese. Che ha ideato e organizzato la rivoluzione dell’aprile 1974.

Fu il colpo di stato militare che pose fine alla dittatura e portò la democrazia nel Paese lusitano. Passando alla Storia come la Rivoluzione dei Garofani per il suo carattere incruento. E per i garofani che la folla infilava nelle canne dei fucili dei soldati. Particolare notevole. Quell’ala progressista delle forze armate era rappresentata da militari reduci dalle guerre coloniali. Furono loro che posero fine al lungo regime autoritario fondato da Antonio Salazar. E nel ’74 in mano a Marcelo Caetano -L’esatto opposto di quanto era invece accaduto in Spagna col golpe di Francisco Franco. Che sbarcò in Spagna dal Marocco alla testa proprio di truppe coloniali per dar vita alla sanguinosa guerra civile. Con la quale prese il potere come dittatore. 

L’annuncio della morte

L’annuncio della morte di Macedo è stata data da  Vasco Lourenço, presidente dell’Associazione 25 de Abril, data ufficiale della nascita della democrazia in Portogallo:
 
“È con immenso rammarico ed enorme dolore che annunciamo la morte del nostro socio fondatore, il colonnello Luís Ernesto Albuquerque Ferreira de Macedo, dopo una lunga e dura lotta contro il Covid. Luís Macedo è stato uno dei principali capitani di aprile, con grande importanza durante il processo sfociato nel 25 aprile”.
 
Lourenço ha ricordato che Luís Macedo faceva parte di
 
“un gruppo notevole di ingegneri dell’Esercito, che si sarebbero distinti nel collettivo del Movimento dei Capitani, forza trainante e agente fondamentale della liberazione del Portogallo e dei portoghesi. Luís Macedo era il braccio destro e il principale sostegno di Otelo Saraiva de Carvalho”.

Dopo la rivoluzione l’emarginazione

Promosso maggiore dopo avere prestato servizio in Angola e partecipato alla guerra in Guinea Bissau, de Calvalho aderì al Movimento delle Forze Armate e promosse la costituzione dell Giunta di Salvezza Nazionale. Promosso generale nel ’74 e nominato comandante della Regione militare di Lisbona, nel marzo ’75 entrò a far parte anche del neonato Consiglio della Rivoluzione. Sconfitto dagli ambienti conservatori militari perse le elezioni a presidente della Repubblica del ’76, venendo infine processato e condannato con l’accusa di avere appoggiato frange estremiste e terroriste dell’esercito. 
 
Lourenço ha rivelato che 
 
”Nella progettazione delle operazioni della rivoluzione Macedo fu di enorme importanza. Il suo ruolo è stato decisivo nel conquistare e organizzare lo spazio dove venne installato il posto di comando del Movimento delle Forze Armate. Con la sua unità, la RE1, ha organizzato, preparato e coordinato le operazioni da Pontinha, dove Otelo Saraiva de Carvalho e il suo team hanno diretto tutte le operazioni”.

Intervento decisivo

In una delle operazioni chiave Luís Macedo era corso nella grande Praça do Comércio (Piazza del Commercio) di Lisbona. Per portare aiuto decisivo al capitano 29enne Salgueiro Maia, reduce anche lui dalla guerra coloniale. E diventato famoso col film Capitani d’aprile. Nel film, presentato al festival di Cannes del 2000, la figura di Maia è stata interpretata da Stefano Accorsi. Nel frattempo però anche Maia era stato spinto ai margini dal blocco militare conservatore. Che prese a perseguitare i protagonisti del Movimento dei Capitani. Maia tornò nell’ombra e morì malato e dimenticato agli inizi degli anni ’90.  
 
Macedo  non ha avuto sorte migliore. Lourenço si è infatti rammaricato che sia stato successivamente
 
“una delle vittime dell’emarginazione e della persecuzione che la struttura politico militare ha sottilmente promosso contro i Capitani di Aprile, inducendolo a ritirarsi dalla carriera militare e andarsene a vivere in Mozambico. Il suo carattere e la sua etica non gli hanno permesso di andare d’accordo con incompetenza, ipocrisia e cieca ignoranza. L’esercito ha perso uno dei suoi uomini migliori”.