Palestina libera, Morte ad Israele: gli slogan ignorano Hamas, Schlein è ambigua, Giuseppe Conte fa il furbetto

Palestina libera, Morte ad Israele: nei cortei in Italia gli slogan ignorano Hamas, Schlein è ambigua, Giuseppe Conte fa il furbetto, sinistra ancora una volta divisa

di Bruno Tucci
Pubblicato il 1 Novembre 2023 - 07:14
Palestina libera, Morte ad Israele: nei cortei in Italia gli slogan ignorano Hamas, Schlein è ambigua, Giuseppe Conte fa il furbetto, sinistra ancora una volta divisa

Palestina libera, Morte ad Israele: nei cortei in Italia gli slogan ignorano Hamas, Schlein è ambigua, Giuseppe Conte fa il furbetto, sinistra ancora una volta divisa

“Palestina libera”, “Morte ad Israele”: ecco gli slogan preferiti dai manifestanti che hanno invaso città come Roma o Milano nello scorso weekend.

Cortei di sinistra? Quasi, perché anche in questo caso l’opposizione italiana si è divisa: Giuseppe Conte era in prima linea, Eddy Schlein ha preferito un convegno di poco conto a Venezia.

Però, non bisogna sottovalutare il fenomeno. Piazze piene, centinaia di cartelli e striscioni e financo un giovanotto che ha strappato una bandiera israeliana dalla sede della Fao. Una curiosità: Hamas dove è finito in questo turbinio di folla? Qualcuno si è dimenticato che è stato proprio lui ad innescare il conflitto con l’invasione del 7 ottobre?

Tutto come se non fosse successo nulla, come se dalla parte degli aggressori non ci fosse nessuna responsabilità? Pare di si perché nemmeno una parola è uscita da quei cortei contro i brutali terroristi che hanno ucciso donne e decapitato bambini.

Anzi, qualcuno si è scagliato contro la Meloni perché non aveva firmato un documento dell’Onu che ricordava la guerra. Perché un simile atteggiamento da parte della presidente del Consiglio? Lo ha spiegato in breve lei stessa: non c’era nessuna segnalazione sulla condotta (eufemismo) di quei manigoldi che appoggiano Hamas senza se e senza ma.

Così Roma e Milano (come molte altre città italiane ed europee) hanno dovuto sopportare quelle manifestazioni in silenzio. Di più: se qualcuno si azzarda a comportarsi diversamente per organizzare una sfilata  contro (ad esempio Matteo Salvini) apriti cielo.

Sembra quasi che l’opposizione sia diventata maggioranza e la guerra sia scoppiata solo perché gli israeliani sono dei nazisti. Il richiamo a Hitler è continuo, con quale faccia? In tal modo la sinistra non riesce a dialogare con chi la pensa diversamente. Israele è uno Stato? Se lo si è dimenticato ricordiamo a coloro che hanno la memoria corta che fu l’assemblea generale dell’Onu nel lontano 1947 ad approvare il piano che ne prevedeva la fondazione.

Con una risicata minoranza? Assolutamente no: furono i due terzi dei presenti ad alzare la mano e a rispondere di si.

Niente, la campana suona soltanto da una parte e non si capisce la ragione per cui la sinistra politica e soprattutto quella culturale non condannino esplicitamente Hamas e il suo terrorismo. Gli slogan impietosi, aggressivi, pericolosi sono tutti per la “Palestina libera”.

Chi dice il contrario? I civili di Gaza debbono essere protetti ed uscire salvi dalla guerra. Hamas no, il male è da quella parte ed è necessario sconfiggerlo se si vuole in futuro avere un Medio Oriente tranquillo e lontano dalle atrocità alle quali abbiamo assistito dal 7 ottobre in poi. Nulla di nulla.

La Schlein è ambigua, Giuseppe Conte fa il furbetto per ottenere in Italia quel predominio a sinistra che oggi non ha; Di Battista è fuori gioco, ma fa pubblicità e i suoi video sono molto apprezzati dai terroristi.

In questo modo, Roma ha dovuto tollerare che sabato 27 ottobre la città dovesse assistere alle manifestazioni pro Palestina. Chi ha un pizzico di raziocinio dice apertamente: quel popolo non c’entra, i cortei erano tutti a favore di Hamas tanto che un giornale ha definito quella “cerimonia” molto ironicamente una specie di “Festa de noantri” di trasteverina memoria. 

Fin quando sarà così? Si può essere favorevoli o contrari, questo è il bello della democrazia. Ma i fatti non vanno travisati, altrimenti ogni dialogo finisce prima di cominciare.